Attualità

Siamo tutti fotografi del National Geographic? No. Purtroppo no

Divertissement di Selene Pelpo

Natale, vacanze. Natale, vacanze, mete più o meno esotiche. Natale, vacanze, mete più o meno esotiche, social network. Sotto il sole niente di nuovo, almeno da un po’ di tempo: da qualche anno a questa parte, infatti, non c’è vacanza senza relativo album fotografico postato su Facebook o Instagram. Uno dice, “vabbe’, posto una foto perché è un po’ come fosse il mio diario”. Certo, ci mancherebbe. Peccato che le foto poi diventano due (e va ancora bene), tre (e già diventa imbarazzante), dieci, venti. Novelli Steve McCurry, improvvisati creatori di didascalie così banali da restarci secchi: tutti lì, a raccontare di viaggi e posti visitati attraverso decine di immagini. Uno dice, “ma di che ti lamenti? Puoi guardare decine e decine di foto nemmeno fosse il National Geographic”. E infatti no, non è il National Geographic. Sono solo foto fatte con lo smartphone. Nove volte su dieci modificate con svariati filtri. Nove volte su dieci, brutte. Roba da rimpiangere i vecchi filmini. Almeno per vedere quelli ti invitavano a casa e tu sapevi di che morte saresti morto: dopo cena, “andiamo a guardare il filmino delle vacanze”. Un colpo e via. La morte degli angeli. C’è un tweet di Ester Viola, scrittrice (suo il popolare “L’amore è eterno finché non risponde”) e collaboratrice di Rivista Studio, che riassume molto bene il tutto:

Perché va bene, siete partiti. Siete andati in montagna o al mare o in campagna. Volete deliziare i vostri amici con una foto: bene! Dopo la prima però diventa accanimento, scollamento dalla realtà. E poi c’è la spinosa faccenda dello stile. “Lo stile è una risposta a tutto. Un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso… Non molti hanno stile. Non molti possono mantenere lo stile. Ho visto cani con più stile degli uomini… In prigione ho conosciuto uomini con stile. Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione. Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto. Sei aironi tranquilli in uno specchio d’acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza vedermi”.

Così scrive uno molto bravo, a proposito dell’avere stile. “Tu che esci dal bagno nuda senza vedermi”, dice. Non “tu che esci dal bagno e ti fai un selfie mentre io ti fotografo dal basso e teniamo sullo sfondo il mare così poi su Instagram facciamo il botto”. Viene quasi da sperare nel ritorno del buon vecchio filmino delle vacanze. Magari una versione 2.0: tutte le foto montate in successione e postate sui social. Dice, “ma è brutto”. Perché, invece le foto, se le posti via via, diventano belle? No. Il vantaggio è che almeno chi le guarda sa di che morte deve morire. Un colpo secco, la morte degli angeli. E poi, per chiudere con Ester Viola, si sappia che non sarà vostro il regno dei cieli, novelli Steve McCurry.

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