Non è necessario che sotto Natale si recuperino film con Babbo Natale e renne in scena anzi. Un biglietto in due (Planes, Trains & Automobiles, 1987), del compianto John Hughes, è ambientato nei giorni che precedono la sacra festa del “Ringraziamento” quando tutto l’armamentario festaiolo somiglia al bianco natale. Solo che la neve che cade copiosa attorno a Chicago non permette agli aerei provenienti da New York di atterrare. Su uno di questi si sono imbarcati il puntiglioso e precisino manager Neal (Steve Martin) e il logorroico commesso viaggiatore Del (John Candy) dall’immensa stazza. Prima un taxi rubato l’uno all’altro, poi il viaggio insieme sull’aereo, infine la forzata pausa nella stessa camera d’albergo a Wichita in Kansas, innescano un corto circuito comico sul contrasto di caratteri e di culture talmente spassoso e avventuroso (i due dovranno tornare a casa con mille mezzi di fortuna e condividere altri inconvenienti del viaggio) da rimanere piegati in due dal ridere per un’ora e mezza di film. Tre ingredienti peculiari di un piccolo capolavoro della commedia americana: l’on the road provinciale e forzato che dà respiro e fascino scenografico al racconto; Martin stizzoso e arrabbiato nel ruolo della vita; Candy favoloso petulante dal cuore d’ore pure. Hughes non aveva ancora incontrato il successo di Mamma ho perso l’aereo, ma lo stampo da commedia non volgare eppure travolgente è già pronto. C’è pure un lietissimo e commovente finale da fazzoletti spiegati.
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