Gentile ministro Fedeli, dal giorno del suo insediamento al Miur abbiamo assistito ad una serie di polemiche riguardanti i suoi titoli di studio. Giuste o sbagliate che fossero, quelle polemiche hanno però avuto un indubbio merito, quello cioè di darle l’occasione giusta per esprimere a riguardo le seguenti parole: “Spero di potermi occupare della scuola, dei problemi veri. Di questo voglio parlare, degli studenti, degli insegnanti, di quello che si deve fare per far funzionare la pubblica istruzione”. A questa sua dichiarazione hanno fatto eco le parole della deputata di Forza Italia Elena Centemero: “(…) mi auguro che le polemiche lascino spazio ai contenuti e ad un confronto serio sul mondo dell’istruzione. E’ in questo campo, infatti, che la ministra Fedeli andrà valutata”. Valutazione sul campo dunque, un invito che ci sentiamo di voler raccogliere e far nostro, attivandoci da subito, concretamente, per far sì che il suo operato, e il conseguente, invocato giudizio, possano trovare cittadinanza all’interno del pubblico dibattito.

Eccoci dunque a proporle, in questa lettera aperta, l’inserimento, negli istituti scolastici superiori e laddove è già presente Storia dell’Arte, lo studio della Storia della Musica, chiedendole a riguardo una seria, puntuale analisi e una risposta. Nel farlo non possiamo che affidarci alle stesse parole che hanno dato vita a una petizione che, ad oggi, ha avuto la fortuna di raccogliere più di tremila sottoscrizioni, a dimostrazione del fatto che l’argomento, nonostante gli esigui mezzi a nostra disposizione, ha trovato una più che adeguata risposta.

Augurandole una buona lettura, cogliamo l’occasione per porgerle i nostri più cordiali saluti e renderci fin da subito disponibili per qualsiasi confronto utile allo scopo.

Gentile ministro,

nelle scuole superiori del nostro paese da sempre si lamenta una gravissima mancanza, che è giunto il momento di colmare. Si tratta di Storia della Musica, materia che, a differenza della sorella Storia dell’Arte, non si è mai vista inserita in alcun piano disciplinare dei nostri istituti superiori. Il fatto costituisce una gravissima lacuna nel piano curricolare dei nostri istituti scolastici, in quanto quella musicale è disciplina profondamente caratterizzante il nostro specifico patrimonio storico e culturale, tanto quanto le arti visive se non maggiormente prendendo in considerazione determinati periodi storici.

Chiunque in Italia e nel mondo intero ha sentito parlare di giganti quali Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Antonio Vivaldi, Gioachino Rossini e Nicolò Paganini, per non continuare con la lunghissima lista di geni musicali nostrani; chiunque ha altrettanto potuto sentir dire circa l’Opera lirica italiana, la Sinfonia, il Concerto, il Madrigale e tante altre forme o generi musicali nati e cresciuti, prima di approdare in ogni altro paese d’Europa e del mondo intero, sulla nostra penisola; chiunque sa bene come ancora oggi qualsiasi nuova composizione, che venga scritta a Tokio, New York, Londra o Berlino, adotta la nomenclatura italiana: allegro, moderato, andante, largo, staccato, legato, pizzicato, crescendo e diminuendo sono solo alcune delle tantissime indicazioni che, tuttora, vengono indicate, in qualsiasi angolo del nostro pianeta, in lingua italiana, forti dell’incredibile tradizione musicale di cui il nostro paese, senza possibili paragoni al mondo, può certamente far sfoggio; chiunque conosce infine, per non proseguire oltre nonostante la lista sia veramente lunga, strumenti quali il violino, la viola, il violoncello, il contrabbasso, il pianoforte e tanti altri che, grazie ad antiche tradizioni di liuteria italiana, sono nati nel nostro paese e da qui hanno poi conquistato i palchi di tutto il pianeta.

E’ a partire dai tempi del canto gregoriano che l’Italia, per un millennio circa, ha insegnato a far musica creando linguaggi, stili, forme, conferendo all’arte musicale il suo status odierno ed ergendola a disciplina di alta formazione artistica. Senza lo studio della storia della musica, come senza lo studio della storia dell’arte, allo studente italiano, di qualsiasi indirizzo e/o settore possibili, non vengono trasmessi codici fondamentali e precipui del proprio patrimonio storico e culturale, informazioni di base senza le quali viene completamente a mancare l’identificazione con una cultura specifica, la propria, che non a caso viene studiata in tutto il mondo e sulla quale si versano e si continueranno a versare fiumi d’inchiostro. Non possiamo dunque abbandonare quella significativa fetta della nostra storia culturale senza la quale le nuove generazioni non troveranno mai lo stimolo adeguato per recarsi nei nostri teatri e nei nostri auditorium, luoghi che oggi sopravvivono coi finanziamenti pubblici e faticano a mantenersi in vita per mancanza di un pubblico adeguatamente formato.

Chiediamo perciò che Storia della Musica, accanto a Storia dell’Arte, venga istituita quale materia facente parte del piano curricolare di ogni istituto superiore italiano.

Cordiali saluti

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