E’ ripresa l’evacuazione dei civili e dei miliziani dell’opposizione da Aleppo est verso l’area rurale o a Idlib. Quasi mille civili e 26 feriti, tra cui diversi bambini, sono stati evacuati oggi da dai quartieri della città e il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) si aspetta che questi numeri raddoppieranno entro la fine della giornata. È quanto ha affermato il direttore regionale del Cicr per Medioriente e vicino oriente, Robert Mardini, in un’intervista rilasciata a Ginevra dopo essere stato informato dal capo delegazione della Croce rossa ad Aleppo, Marianne Gasser. L’accordo per un cessate il fuoco e i corridoi umanitari è stato mediato da Mosca, che sostiene il governo di Bashar al Assad, e della Turchia, che fino a questo momento ha supportato gli oppositori, ma ha svolto un ruolo di mediazione tra le parti – aiutando Damasco a liberare la città – per tutelare i propri interessi nel nord del Paese.

Ma questa mattina le operazioni per far portare fuori dall’area contesa i civili e i combattenti si sono interrotte dopo che un convoglio è stato attaccato, provocando la morte di quattro persone e il ferimento di un’altra. Su Twitter la Syria Civil Defence, il corpo dei volontari dei caschi bianchi, aveva reso noto che durante le operazioni per preparare la strada per l’evacuazione con le ambulanze, un volontario è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati da un “cecchino del regime”. La notizia degli spari contro il convoglio è stata riportata anche dalla Rete siriana per i diritti umani, che ha parlato di feriti, e dall’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu che ha scritto anche che un convoglio che stava evacuando un gruppo di civili è stato costretto a tornare indietro a causa di un attacco da parte di milizie filo-iraniane. Il convoglio di ambulanze con i feriti hanno poi iniziato a lasciare la zona del posto di blocco governativo di al-Ramouseh per dirigersi verso il Rif occidentale di Aleppo.

 

Ieri sera, mercoledì 14 dicembre, i principali gruppi ribelli avevano annunciato l’intesa per riprendere l’evacuazione. In cambio sarebbe stata garantito a 15.000 tra civili e filo-governativi di lasciare due villaggi nella provincia di Idlib sotto assedio dei ribelli. Sul numero di civili da evacuare non ci sono notizie certe. La Mezzaluna rossa turca ha fatto sapere di prepararsi ad accogliere fino a 50.000 persone. La commissione dell’Onu per i diritti umani in Siria ancora ieri faceva sapere che “continuano ad emergere numerose notizie di violenze commesse dalle forze filo-governative, come esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, sparizioni forzate e arruolamenti forzati”. Per quanto riguarda le forze ribelli, le stime parlano di non più di 4.000 uomini, ai quali, secondo l’accordo russo-turco, dovrebbe essere garantito il passaggio verso altri territori controllati dagli insorti. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, annunciando che sarebbe tornato a parlare con il suo omologo russo Vladimir Putin, ha chiesto a tutte le parti in conflitto di rispettare i termini della tregua, che ha definito “forze l’ultima speranza per gli innocenti” di Aleppo est. Ma ha accusato le forze lealiste di averla violata per prime.

Questa sera, il segretario britannico agli Esteri, Boris Johnson, ha annunciato di avere convocato gli ambasciatori di Russia e Iran per esprimere la sua “profonda inquietudine” per gli eventi in corso nella città siriana. Johnson ha espresso preoccupazioni per le notizie di esecuzioni e di spari sulle ambulanze, nonché di “sparizioni” di oppositori per mano delle forze pro regime.

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