E’ stato rinviato a giudizio con le accuse di intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione in relazione a quei circa 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto della casa della sua ex collaboratrice e in parte in due cassette di sicurezza in Austria.

Il processo per Fabrizio Corona e per la sua ex collaboratrice e presunta prestanome, Francesca Persi, anche lei rinviata a giudizio, come chiesto dal pm della Dda Paolo Storari, inizierà il prossimo 25 gennaio davanti alla prima sezione penale di Milano. La decisione è stata presa mercoledì pomeriggio dal gup di Milano Laura Marchiondelli. Corona era tornato in carcere per la vicenda dei contanti, poi sequestrati, lo scorso 10 ottobre mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali. Affidamento in prova che gli è stato poi revocato nelle scorse settimane.

Soltanto ieri, 13 dicembre, il Tribunale del Riesame di Milano si è espresso sul ricorso fatto dai legali di Corona, gli avvocati Ivano Chiesa e Cristina Morrone. L’ex fotografo dei vip ha una “inusuale inclinazione a delinquere“, ha scritto il Riesame confermando il carcere per lui, e “le modalità di esecuzione e organizzazione” del reato di intestazione fittizia di beni che avrebbe commesso denotano “una sicura capacità delinquenziale, oltre che l’inserimento in un contesto organizzato e ben collaudato”. Persi, invece, a fine ottobre scorso ha ottenuto gli arresti domiciliari.

“Io mi fido di lui”. Ha dichiarato l’ex collaboratrice rispondendo ad alcune domande dei cronisti prima di entrare nell’aula del settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano dove si è tenuta l’udienza preliminare.

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