La prima cosa da fare, dopo il referendum, è liberarsi definitivamente di Renzi e dei suoi accoliti, primo fra tutti Napolitano; la seconda, una buona legge elettorale di stampo proporzionale; la terza, elezioni politiche generali che portino a sostituire l’attuale Parlamento di nominati in base a una legge dichiarata incostituzionale.

Nonostante i soliti tentativi di giornalisti pasticcioni e di parte di ascrivere la vittoria del NO a una sorta di populismo all’italiana, si tratta di una vittoria dai contenuti chiari e cristallini che solo i renziani immersi fino al collo nel fango della propria inevitabile sconfitta si ostinano a negare e a voler mistificare. Il grande patrimonio accumulato con la lotta contro la “schiforma” non deve oggi restare inutilizzato o peggio essere disperso.

C’è spazio nel panorama politico italiano, al posto di partiti oramai destinati alla sparizione o quantomeno a un rapido declino, per una nuova aggregazione che parta dai contenuti del NO referendario a Renzi. Per riaffermare fino in fondo il principio della sovranità popolare, contro ogni tipo di autoritarismo o di “semplificazione” del meccanismo democratico basato sull’ascolto profondo delle esigenze del popolo italiano. Per ridare valore a tutti i contenuti costituzionali, a partire da quelli di rilievo sociale, umiliati da decenni oramai di sciagurate politiche neoliberiste e di affossamento del lavoro su cui è basata la nostra Repubblica. Abbiamo toccato il fondo con il Jobs Act, la “buona scuola”, le privatizzazioni dei servizi sociali e dei beni comuni cui si è ispirata la politica di tutti i governi degli ultimi anni. Abbiamo toccato il fondo ed è tempo di riemergere.

E’ bene chiarire che il popolo italiano e fra di esso i giovani e i settori più poveri della popolazione non hanno detto NO solo a Renzi e ai suoi confusi progetti autoritari, ma a tutto un sistema di esclusione sociale che continua a garantire enormi profitti esentasse (dato anche il permanere dell’evasione fiscale che Renzi si è ben guardato dallo scalfire). La vittoria del NO non può certo essere gestita da personaggi come Berlusconi, Brunetta e Salvini che mirano solo a restare a galla. A tutti sono chiare le loro responsabilità nella difficile situazione attuale.

Occorre dare continuità alla voce che in modo possente si è espressa nelle urne il 4 dicembre scorso. Con una lista cui partecipino tutte e tutti coloro che si sono spesi in questa battaglia a partire dalla bravissima Anna Falcone. E’ bene che di questa lista facciano parte anche coloro che da tempo lottano contro il sistema delle cricche e delle caste, come Nicoletta Dosio del movimento NoTav, e tante e tanti altri. Ruolo fondamentale in una lista del genere dovranno avere anche gli amministratori locali che hanno avuto il coraggio di affrontare il governo centrale sul suo terreno sconfiggendolo, come in primo luogo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Non è più tempo di forze politiche screditate, siano esse di destra, centro o sedicenti di sinistra. E’ tempo che il popolo italiano ritrovi una dimensione politica propria. E’ tempo di rilanciare con forza tutti i contenuti della Costituzione repubblicana basata sul lavoro e mirata al conseguimento dell’eguaglianza sostanziale fra le cittadini e i cittadini di cui al suo terzo comma. Per un’Italia che sappia portare al pianeta un contributo netto e determinato di pace, solidarietà e non allineamento, in un momento in cui le potenze guida tradizionali come gli Stati Uniti sbandano paurosamente sotto la guida del pazzoide Trump e l’Europa sembra avere definitivamente perso se stessa.

Il 4 dicembre è stato solo un inizio. E’ cominciata la lotta di liberazione del popolo italiano dagli squallidi politicanti di ogni genia che hanno portato il nostro Paese e il nostro popolo nell’attuale situazione. Renzi è stato da questo punto di vista solo l’ultimo di una lunga serie di fallimenti e il primo di un’altrettanto lunga serie di politicanti licenziati in modo inappellabile dal popolo italiano. A tale fine sarà indispensabile arrivare alle elezioni che si preannunciano prossime con una lista che nasca sotto il segno della Costituzione repubblicana e dei movimenti sociali che concretamente lottano ogni giorno per affermarne i contenuti socialmente avanzati. A una lista di questo genere che va promossa senza esitazioni spetterà anche il compito di dialogare, nella prospettiva dell’alternativa di governo e di sistema, con il Movimento Cinque Stelle che costituisce anch’esso un segno importante della ribellione del popolo italiano.

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