“Dopo una richiesta formale presentata nei modi e nei termini previsti dallo Statuto, adeguata ai principi del dialogo, del confronto civile e democratico e ad un rapporto iniziato nello scorso mese di maggio, tra il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, il segretario della locale sezione del Partito democratico, Francesco Orlando, e gli organismi del Circolo Pd, è stata accettata l’adesione del primo cittadino bovese al partito più rappresentato in Parlamento”. La nota è apparsa la mattina del 7 dicembre sulle colonne del “Quotidiano del Sud” secondo cui la “notizia era nell’aria ma, all’alba dell’esito del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre è divenuta ufficiale” (nella foto, Renzi a Reggio Calabria per il “Sì”).

Fin qui nulla di strano sennonché, proprio la mattina del 7 dicembre, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito nei confronti del sindaco un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Caterina Catalano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Coinvolto nell’inchiesta “Ecosistema”, infatti, sulla testa del neo iscritto al partito di Renzi pende l’accusa di corruzione e turbativa d’asta e per questo è finito agli arresti domiciliari. In sostanza avrebbe favorito una ditta di Melito Porto Salvo nell’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Dopo qualche ora dall’arresto, però, è uscita una nota del responsabile organizzativo Pd Calabria Giovanni Puccio secondo cui “in riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di informazione – si legge – si informa che il sindaco di Bova Marina Vincenzo Crupi non è iscritto al Partito Democratico”. Eppure, quella mattina sui giornali locali, si precisava che “del percorso di avvicinamento che ha portato all’adesione di Crupi al circolo democrat di Bova Marina è stato sempre informato il segretario provinciale del partito, Sebi Romeo”. E qui c’è il primo mistero: da settembre in provincia di Reggio Calabria il Partito democratico non ha un segretario (anche se il suo nome campeggia ancora sul sito del partito, ndr) e il tesseramento del 2014 è stato annullato per problemi di irregolarità procedurale.  Tornando alla presunta iscrizione di Crupi al Partito democratico, è sempre il responsabile organizzativo Puccio a chiarire: “Molto probabilmente c’è stato qualche contatto, ma Crupi non risulta assolutamente iscritto al Pd”.

Contatto o iscrizione formale, il Pd poteva evitare l’ennesima brutta figura, forse per colpa di qualcuno che già pensa al congresso provinciale del 2017. E in riva allo Stretto si avvertono i primi mal di pancia: “Non c’è dubbio che è così e che era tutta una manovra in vista del futuro tesseramento. – spiega uno dei dirigenti regionali del partito a patto di rimanere anonimo. – Ormai siamo abituati a queste figure. Il Pd, ormai, è come l’ortolano”. Ma tra simpatizzanti e iscritti al Pd, il sindaco di Bova Marina non è l’unico politico locale finito nell’inchiesta “Ecosistema”. Le indagini della Procura, infatti, hanno portato all’arresto anche dell’ex sindaco di Melito Porto Salvo Giuseppe Iaria. È solo indagato, invece, il primo cittadino di Motta San Giovanni Paolo Laganà che è anche componente dell’assemblea regionale del Pd. Ma nei loro confronti ancora nessuna nota ufficiale del partito così come non è arrivata per tutti gli altri indagati nelle varie inchieste delle Procure di Reggio e Catanzaro.

Solo nell’ultimo anno e mezzo, infatti, sono stati arrestati l’ex consigliere regionale e sottosegretario Sandro Principe e l’ex assessore Nino De Gaetano finito nell’inchiesta “Rimborsopoli” e citato in altre indagini sulla cosca Tegano. Politici nel mirino della magistratura mentre il Partito fa sempre in tempo a fare un comunicato stampa di smentita in nome del codice etico.

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