“Ho un problema molto grave con Melissa che piange in classe tutti i giorni perché ha un ritardo dell’apprendimento e deficit psicomotorio e non riesce a seguire le lezioni senza un insegnante specializzato che la aiuti a superare le crisi che ha”. “Sono madre di due bambini autistici, ma solo Alessio ha le ore di sostegno di cui ha bisogno. Mi domando come sia possibile una cosa del genere”. “Mia figlia ha ricevuto una diagnosi di ADHD“, che la porta ad avere forti impulsività e difficoltà nel rapportarsi con gli altri. “L’abbiamo iscritta al primo anno di scuola primaria, ma l’istituto non ha messo a disposizione, nonostante avessimo fatto richiesta per tempo, nessun insegnante specializzato per i disturbi di cui soffre”. Storie di promesse mancate e diritti violati. A quasi tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, il diritto allo studio non riguarda tutti. “I nostri figli sono ancora senza l’assistenza personale che ci era stata garantita e noi ci sentiamo presi in giro e abbandonati”, spiegano a ilfattoquotidiano.it i genitori di alcuni ragazzi.

Dopo i casi denunciati di mancata inclusione in Lombardia, sono soprattutto le famiglie che vivono nel centro e sud d’Italia a subire la “Buona scuola“, con le risorse economiche messe a disposizione ritenute dai diretti interessati “del tutto insufficienti”. Di fronte a migliaia di insegnanti abilitati che rimangono senza occupazione, ci sono ancora troppi bambini e bambine disabili che subiscono “discriminazioni intollerabili” e genitori “amareggiati” che fanno fatica “a vedere la luce in fondo al tunnel”. Tra l’altro quest’anno c’è stato anche il boom di iscrizioni di studenti con disabilità, ma i professori a loro dedicati sono ancora precari, non garantendo nessuna progettualità di lungo termine e diffondendo un forte senso di smarrimento tra allievi e insegnanti.

E intanto la “situazione potrebbe peggiorare ancora nei prossimi mesi, in assenza di un adeguato intervento da parte del Governo, per la stabilizzazione degli insegnanti abilitati sul sostegno, presenti nelle graduatorie d’istituto”, afferma Ernesto Ciraci, portavoce dei docenti di sostegno specializzati seconda fascia. “La continuità didattica ed educativa con il docente specializzato è un diritto e un fattore determinante per l’inclusione e per la crescita formativa dei nostri alunni”. Siamo di fronte ad un vero “caos organizzativo, di gestione e programmazione per gli anni a venire“. Inoltre, la legge di Stabilità in discussione in Parlamento non è detto che risolva il problema delle stabilizzazioni per i posti comuni, ma sicuramente non troverà una soluzione definitiva per la questione degli insegnanti di sostegno, a cui sono riservati appena 5mila delle 25mila stabilizzazioni previste. Ecco alcuni casi di mancata inclusione e rassicurazioni date alle famiglie ma poi non concretizzatesi nei fatti. Qui di seguito le testimonianze raccontate a ilfattoquotidiano.it da quattro mamme, impegnate nel vedere garantita l’assistenza personale ai propri figli.

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