Ieri 1 dicembre, a partire dalle ore 16.00, i plichi da spedire a Roma sono stati chiusi e sigillati nei vari consolati della circoscrizione estero. Le operazioni sono in corso e siamo in grado di poter dare qualche dato confrontabile con l’afflusso storico riguardante il voto all’estero. Il Paese dove si è sempre votato di più è la Svizzera che nelle votazioni politiche del 2008 superò il 48% circa dei votanti (picco massimo raggiunto nella storia del voto all’estero). Parliamo di un corpo elettorale di circa 490.000 italiani iscritti all’Aire, l’anagrafe consolare all’estero. Dalle prime indiscrezioni che riceviamo dalle nostre fonti interne al ministero degli Esteri, sappiamo che a Zurigo (dove ci sono quasi 200mila italiani iscritti all’Aire) la percentuale dei voti giunti è superiore a quella sulle trivelle (dove votò il 23%) ma di poco inferiore a quella delle politiche quindi si attesterebbe intorno ad una quota tra il 38% e il 42%. A Lugano la percentuale dei votanti è superiore a quella della Svizzera tedesca, ma sempre al di sotto del 45%. Parliamo di un consolato con più di 100mila elettori. Ginevra ha una presenza di più di 100mila elettori, perché accorpa anche il consolato di Losanna, e anche nella Svizzera francese la media non dovrebbe superare il 40%, in linea con quella di tutta la Svizzera. Nel consolato di Basilea (su circa 80.000 elettori) ha votato circa il 43% degli elettori. Una cifra al di sotto di quella delle politiche del 2008 che raggiunse l’affluenza massima, quasi il doppio rispetto alla percentuale dei votanti al referendum sulle trivelle il 23.

Quindi un po’ da tutta la Svizzera con la percentuale media del 40%, i voti che arriveranno a Castelnuovo di Porto sede del seggio per la circoscrizione estero dovrebbero essere circa 190mila. Bisogna considerare che fino ad oggi la Svizzera è il paese all’estero dove storicamente si è votato di più sia per la vicinanza all’Italia e sia per il numero dei parlamentari eletti direttamente dalla Svizzera. Dalla tempistica degli arrivi dei plichi votati nei consolati, sulla quale vige il massimo riserbo da parte delle autorità consolari, c’è da dire che fino a venerdì scorso la percentuale di votanti era di poco superiore a quella sul referendum sulle trivelle (dove si presuppone una consistenza del voto d’opinione), da lunedì, vi è stato un afflusso di quello che possiamo definire voto organizzato, ottenuto dopo la mobilitazione dell’associazionismo durante le numerose feste associative che si sono tenute nel fine settimana. Molti avranno deciso di votare dopo questi momenti sociali durante i quali diversi appelli sono giunti dai parlamentari presenti eletti all’estero. È difficile interpretare i dati, ma si ha la sensazione che il voto d’opinione si stia rivelando decisivo, perché giunto subito e di istinto, mentre quello organizzato ha cercato di coinvolgere molti indecisi approfittando delle feste annuali che in Svizzera si tengono proprio a ridosso delle prime settimane di dicembre. Altro elemento di cui bisogna tener conto è che gli elettori italiani in Svizzera sono per la maggior parte pugliesi, siciliani, calabresi, e lucani. I rapporti telefonici con i loro parenti in Italia sono continui e spesso fanno la differenza. In questi ultimi anni l’asse comunicativo familiare è stato caratterizzato da diverse richieste di aiuto dei loro parenti in Italia che hanno mandato all’estero un proprio figlio per cercare lavoro o per studio, avvalendosi proprio della presenza dei familiari emigrati. Su questi elettori difficile che la narrazione presente nella lettera inviata da Renzi possa aver fatto presa. Così come una sua influenza può aver avuto l’ampio spazio dedicato dai media svizzeri alle vicende De Luca.

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