La morte, a 90 anni, del Líder Máximo di Cuba ha avuto un effetto dirompente sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo: da Le Monde al Washington Post, passando per il Guardian, Bild, The Times, tutte le maggiori testate internazionali rendono omaggio a uno degli uomini che, nel bene e nel male, hanno fatto la storia del secolo scorso. I funerali di Fidel Castro si terranno il 4 dicembre a Santiago al cimitero di Santa Ifigenia. Lo ha riferito il governo nella prima comunicazione ufficiale diffusa dopo la notizia della morte dell’ex capo rivoluzionario.

Fidel Castro “appassionato apostolo della rivoluzione che portò la Guerra Fredda nell’emisfero occidentale nel 1959 e quindi sfidò gli Stati Uniti per quasi mezzo secolo in qualità di capo supremo cubano, tormentando 11 presidenti americani e spingendo brevemente il mondo sull’orlo di una guerra nucleare è morto venerdì. Aveva 90 anni”. Questo l’incipit del commento del New York Times sulla morte de. “Visto come un despota spietato da alcuni e salutato come un eroe rivoluzionario da altri”, Fidel “ha dominato il suo paese con forza e simbolismo dal giorno in cui entrò trionfalmente all’Avana l’8 gennaio 1959” e pronunciò “il suo primo grande discorso nella capitale davanti a decine di migliaia di ammiratori“. Castro si legge ancora, “ha esercitato il potere come un tiranno, controllando ogni aspetto dell’esistenza dell’isola”.

Fu tanto detestato quanto fu amato. Così il Washington Post ricorda in un commento la figura di Fidel, le passioni che suscitò “uno dei capi di stato rimasti più a lungo al potere”. “Per la sua legione di seguaci, un eroe che chiedeva un trattamento equo per i poveri del mondo e non aveva paura di puntare la pistola ai potenti per farlo. Secondo i suoi ammiratori educò, nutrì e garantì assistenza sanitaria alla sua gente, così come ai poveri di altri paesi con maggiore equità e generosità delle più benestanti nazioni”. “Ma fu uno dei leader più repressivi al mondo, un autoproclamato presidente a vita che mise al bando la la libertà di espressione, di riunione e di stampa”.

Il sito del giornale argentino Clarin titola: “Muriò Fidel Castro”, ricordandone la formazione gesuita. Campeggia anche nella impaginazione dei media Usa la morte di Castro. “Il dittatore cubano, un faro spirituale per l’estrema sinistra del mondo, muore a 90 anni”: così titola l’edizione on line del Washington Post. E sulle reti social impazzano gli hashtag, a favore e contro del discusso leader di Cuba. Fra i tanti #Cubalibre, #Hastalavictoriasiempre, #HastasiempreComandante. Sul sito del quotidiano spagnolo El Pais,”Muere Fidel Castro”. Il francese Le Monde punta sul titolo ad effetto dell’editoriale: “Cuba e Castro, una storia di speranza e disperazione”. E nell’occhiello sottolinea luci e ombre del personaggio: “Che resterà dell’eredità di Fidel morto nella notte di venerdì? Una rivoluzione che ha, crudelmente, mangiato i suoi bambini, senza fare uscire il popolo dalla miseria o la resistenza all’imperialismo americano?”.

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