Cinema

Free Fire #Screamers e La Lingua dei Furfanti, al Torino Film Festival echi tarantiniani, horror e arte

di Davide Turrini

Sempre a Torino 34 fa parlare di sé all’interno dell’oramai classica sezione degli horror, Afterhours, una vera anteprima europea come #Screamers. Due giovani imprenditori di Cleveland fanno il botto online con Gigaler, una web company che si occupa di video bizzarri generati dagli utenti. Mentre un ragazzo, loro dipendente, sta girando un documentario sulla Gigaler, ecco arrivare sul loro sito una specie di snuff. Il video ha come protagonista una ragazza che cammina in un cimitero e all’improvviso un tizio con una maschera da pazzo sbuca dal basso verso l’alto facendo trasalire qualunque spettatore. Apriti cielo. Le visualizzazioni, unico scopo della Gigaler, vanno alle stelle. I due proprietari decidono allora di “comprare” l’esclusiva dall’utente che ha mandato il video, ma la voce della ragazza del video raggiunta al telefono sembra nascondere qualcosa di inquietante che coinvolge perfino il possibile signore che si celava dietro le sembianze di Jack lo Squartatore. Il vero spirito imprenditoriale dei due li spinge però a regolare i conti recandosi, assieme agli altri due componenti della Gigaler, nel sinistro caseggiato in mezzo ai boschi della provincia per parlare direttamente con la ragazza. Diretto da Dave Matthew Ronalds, e scritto assieme a Tom Molloy che del film è anche interprete principale, #Screamers è uno di quegli horror a basso budget (sette attori, due location, due videocamere digitali) che grazie ad un’idea brillante e dallo sviluppo credibile riesce a reggere 90 minuti di durata come ridere. Anzi no: facendo saltare sulla sedia lo spettatore in cinque inquadrature quando appare di sfuggita e in campo il terrificante e letale killer. L’hashtag prima del titolo è d’obbligo perché l’insano voyeurismo dei membri della Gigaler nasce dal profitto da ottenere a tutti i costi dalla loro start-up. 

Free Fire #Screamers e La Lingua dei Furfanti, al Torino Film Festival echi tarantiniani, horror e arte - 2/3
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