Sta per arrivare l’ennesimo balzello sulle bollette elettriche. Questa volta il fine è agevolare le imprese che consumano molta energia, come quelle attive nei settori dell’acciaio, cemento e chimica. Il governo ha infatti raggiunto un accordo con Bruxelles per sbloccare gli aiuti finanziari ai cosiddetti “energivori”, che avrebbero dovuto essere erogati tra il 2013 e il 2015. Gli sgravi erano infatti stati pensati nel 2012 dall’allora ministro Corrado Passera per alleggerire il peso degli oneri legati alle rinnovabili sui grandi gruppi, più esposti alla concorrenza internazionale. Tuttavia l’erogazione era poi stata bloccata dalla Commissione europea, che ha ritenuto il regime incompatibile con le linee guida Ue sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente. Ora però l’impasse si è sbloccato grazie a lunghe trattative e, soprattutto, dopo l’impegno del governo di adattare “in futuro” lo schema alle norme Ue. L’Autorità per l’Energia ha quindi pubblicato subito la delibera per sbloccare gli incentivi.

Si tratta di “1,2 miliardi di euro”, dice a ilfattoquotidiano.it il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, confermando le stime uscite sul quotidiano di Confindustria Il Sole 24 Ore. In sostanza, spiega Bortoni parlando a margine della Conferenza nazionale per l’Efficienza Energetica organizzata da Amici della Terra, “sono gli arretrati per il 2014 e 2015, in quanto il 2013 è già stato erogato”. Soldi che abbiamo già pagato noi consumatori, domestici e non, tramite la componente “AE” delle bollette elettriche. “Salvo conguagli”, il tutto dovrebbe essere quindi già saldato. La storia però non finisce qui perché quasi sicuramente i consumatori dovranno sborsare ancora. L’accordo con Bruxelles fa infatti da apripista a ulteriori incentivi. Tant’è che il ministero dello Sviluppo economico sta già chiudendo in questi giorni con la Commissione europea l’intesa su un nuovo regime di agevolazione agli energivori, che dovrebbe partire dal 2017.

Una volta messo a punto il nuovo sistema verrà riattivata la componente AE della bolletta elettrica. Se, come dice il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, sarà tutto pronto entro fine anno, il balzello si vedrà già nelle bollette di inizio 2017: “Gli incentivi saranno pagati da gennaio dagli utenti domestici e dalle piccole imprese, ovviamente quelle non beneficiarie degli sgravi”, ha ammesso Bortoni, aggiungendo tuttavia che “stime su quanto sarà l’aumento non è possibile farne, dipende anche da quanto ammontano le ulteriori agevolazioni”. Numeri a parte, quindi, l’aumento ci sarà, tra l’altro proprio quando scatterà anche quello previsto per la chiusura delle centrali nucleari in Francia.

“Siamo di fronte all’ennesimo balzello messo in bolletta, sono sempre gli utenti a pagare le spese”, commenta Valeria Graziussi, responsabile del dipartimento concorrenza del Codacons, sottolineando che “un conto è pagare per fini solidaristici, un conto per gli energivori”. Sulla stessa linea Alessandro Petruzzi, responsabile energia di Federconsumatori: “Per noi vanno bene degli aiuti per fronteggiare la scarsa competitività delle imprese ma questi non vanno spalmati sui consumatori, soprattutto più poveri. Ci sono altri settore da cui prendere”.

L’allarme dei consumatori è stato recepito anche dal Parlamento. Il senatore Gianni Girotto, capogruppo dei M5S al Senato, annuncia di aver chiesto alla X commissione Industria del Senato di approfondire la questione in un’audizione del ministro Calenda: “Come M5S ci siamo sempre posti contro i favori, in questo caso agli energivori e a carico di famiglie e consumatori, e ad ogni forma di tariffa regressiva che scoraggia efficientamento e autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili”, dice Girotto.

Dal canto suo Calenda nei giorni scorsi ha tentato di rassicurare su questo punto: “Agiremo contemporaneamente per ridurre i costi della bolletta energetica, con misure strutturali già delineate nel mercato del gas e dell’elettricità, in modo da abbassare i costi delle forniture per tutti, migliorando il potere d’acquisto delle famiglie oltre che la concorrenza internazionale delle imprese”.

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