Per molti è un segnale chiaro a Chiara Appendino. Fatto sta che i sindaci Pd della provincia di Torino si sono astenuti dal votare il bilancio di previsione 2016 e il documento di programmazione per il 2017-18, impostati dall’ex presidente della Città metropolitana Piero Fassino e portati avanti da Appendino, chiedendo più ascolto. Così, dopo la bocciatura della proposta sull’aumento del dividendo della società idrica Smat al Comune di Torino, Appendino non riesce a ottenere dai colleghi un parere favorevole sui documenti finanziari.

Il voto del 22 novembre doveva essere un atto formale, ma alla conferenza metropolitana (organo consultivo e di proposta composto dagli amministratori locali) sui 315 aventi diritto erano presenti in 148 e di questi hanno votato a favore 79, mentre gli astenuti sono stati 67 (quasi tutti del Pd) e due i contrari. Impossibile così raggiungere i 106 voti necessari per avere l’ok. I documenti finanziari sono stati poi approvati dal consiglio metropolitano, composto da Appendino e dai rappresentanti delle aree eletti il 9 ottobre scorso. Qui il M5s non ha la maggioranza, ma i consiglieri del Pd si sono astenuti e due del centrodestra sono usciti dall’aula e il bilancio è passato evitando il commissariamento.

Dagli eletti dem, però, sono arrivate subito critiche alla sindaca: “Oggi Chiara Appendino e il Movimento 5 Stelle hanno avuto la ‘chiara’ dimostrazione che governano la città metropolitana senza maggioranza – hanno affermato Vincenzo Barrea e Alberto Avetta -. Se vogliono nei prossimi cinque anni affrontare i problemi del territorio, hanno il dovere di condividere le scelte. Da soli faranno poca strada”. In sostanza chiedono un coinvolgimento maggiore nelle decisioni, atteggiamento che però, come sostiene il sindaco M5S di Venaria Roberto Falcone, non si è visto negli ultimi anni: “Il Pd fa così per non cedere terreno”.

Inutile l’incontro ristretto voluto dalla sindaca prima del voto con i rappresentanti delle aree e i consiglieri a cui ha promesso maggior ascolto e collaborazione: “In cinque mesi non ha mai dialogato con le altre amministrazioni – spiega Maurizio Piazza (Pd), sindaco di Beinasco -. Noi non siamo bellicosi e non vogliamo mettere in difficoltà l’amministrazione, ma non può tenerci fuori dalle discussioni strategiche su trasporti, ambiente e bilanci”.

Il consigliere Dimitri De Vita (M5S) ammette in parte: “Potevamo muoverci prima, ma devono considerare che siamo all’inizio di questa esperienza e Appendino è una neosindaca alle prese con una realtà complessa gravata da una situazione finanziaria difficile”. La diatriba però potrebbe concludersi presto: “In futuro dovrebbe nascere un coordinamento tra i rappresentanti delle aree, i capigruppo del consiglio e la sindaca per migliorare il confronto”, dice Piazza. “Bisogna fare qualche modifica al regolamento”, aggiunge De Vita. E poi, forse, alla guida della Città metropolitana Appendino troverà un po’ di calma. Almeno lì.

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