Vorrei sollevare una questione che, oltre a starmi particolarmente a cuore, trovo sia davvero scandalosa. Mi riferisco all’utilizzo indiscriminato, volgare e scriteriato, di musica d’arte (o più genericamente musica classica per intenderci) negli spot televisivi commerciali. Preciso sin d’ora, che non intendo svilire una questione così importante parlando di soldi e cavilli burocratici, concentrandomi piuttosto, sugli aspetti etici ed estetici legati a questo problema.

Qualche esempio? ChanteclairDanza delle SpadeChačaturjan, AiaxCarmen HabaneraBizet, TeleSette – Sinfonia 40 in Sol minore K 550Mozart, Carlton DraughtCarmina Burana, Orff. Questa roba potrà anche far sorridere o sembrare divertente, ma non lo è affatto. Cambiare o inventare un testo storpiando una composizione di grande valore equivale a farsi pubblicità defecando nella Fontana di Trevi od orinando in testa alla statua di Giordano Bruno. Lo trovate ancora divertente? Questo video che raccoglie una compilation di spot realizzati a scapito del povero Mozart, dimostra sia che il problema non è solo italiano, sia che non dobbiamo farci ingannare dalle réclame più auliche ed estetizzanti, le quali, tutto sommato, non veicolano altro che banali beni di consumo

Qualcuno potrebbe obiettare che, in altri campi dell’arte, questo fenomeno si verifichi tale e quale. In fondo oggi, chi si stupisce più di vedere la Gioconda che reclamizza occhiali per strabici, Gesù Cristo che vende bustine colorate per tramutare l’acqua in vino, o il Discobolo che lancia vinili nel vento?

1- Innanzitutto, il fatto che la gente si sia assuefatta a queste pratiche non mi pare una valida ragione per continuare a praticarle. Altrimenti continuiamo pure ad inquinare, rubare e uccidere, visto che lo si è sempre fatto.

2- In secondo luogo, vorrei vedere (si fa per dire) cosa accadrebbe se qualcuno decidesse di reclamizzare un paio di forbici tagliando un Turner, piuttosto che una motosega staccando un piede al David… Perché per la musica dovrebbe essere diverso? Per quale ragione è consentito usare liberamente Wagner, Verdi o Stravinskij per pubblicizzare dei pannolini, una pomata per le verruche, piuttosto che uno shampoo anti forfora?

3- Ma veniamo al punto nodale, quello su cui vorrei che ci soffermassimo a riflettere un momento. I malcapitati protagonisti degli spot, non sono che l’icona, la proiezione virtuale di quelli reali. La Gioconda non è il quadro esposto al Louvre di Parigi, il Discobolo non è la statua di Mirone, ecc… Nel caso della musica invece, la questione è molto più subdola! Perché? Perché la musica che noi ascoltiamo negli spot, non è la rappresentazione riflessa di quella reale (come nei casi sopracitati) ma la musica in quanto tale, sola e unica, che prende forma e vita ogni qual volta venga eseguita. Quando una banca storpia e sfigura Va’ pensiero per promuoversi, assistiamo ad una violenza, ad uno sfregio osceno, peggiore anche di quello perpetrato dai tifosi olandesi ai danni della Barcaccia (quella reale).

Allora, così com’è giustamente è vietato rompere od oltraggiare una statua, un quadro o un mosaico, non si possono continuare a deturpare monumenti musicali, storpiandoli o associandoli a contenuti degradanti per l’opera stessa, nonché per l’autore. Basta! Questa roba deve finire al più presto e trovo che ogni artista con un briciolo di dignità e amore per la musica, dovrebbe battersi affinché venga approvata al più presto una legge che tuteli questi immensi patrimoni artistici. Ma la battaglia come al solito, è soprattutto culturale. Deve passare forte e chiara, l’idea che le grandi composizioni musicali siano monumenti al pari di quelli esposti nei musei (se non di più) protetti da spesse vetrine, barriere e guardie. Capisco che una società come quella attuale, votata al bieco materialismo, possa fare fatica anche solo ad immaginare una cosa simile, ma la musica d’arte va tutelata come l’aria che respiriamo. Il fatto che essa sia immateriale, non è un’attenuante, quanto piuttosto una vergognosa aggravante.

Queste sono le parole (Corriere.it) della signora Veronese, vedova del cantante Lucio Battisti: Lucio Battisti non avrebbe mai consentito che una sua composizione fosse accostata a una casa automobilistica (Fiat), a un’impresa produttrice di pasta (Barilla) o peggio ancora, ad una banca (Monte dei Paschi di Siena…)”.

Con le dovute proporzioni, se una donna tenace e coraggiosa può giustamente difendere la musica e la memoria del marito dalla grinfie dei signori del male, a maggior ragione uno Stato degno di tale nome, dovrebbe tutelare i grandi capolavori musicali, evitando di darli in pasto al primo pubblicitario demente che per sentirsi moderno ed ironico, decidesse di usare il Requiem di Mozart per promuovere una catena di pompe funebri.

Non si tratta di fare i bacchettoni, tutt’altro. Il fatto che registi cinematografici come Kubrick, Malick, Herzog, usino regolarmente musica d’arte nei loro film, è un fatto doppiamente positivo, poiché oltre ad elevare il livello generale della produzione, fa si che musiche bellissime arrivino alle orecchie di un pubblico più vasto. Quello che invece fa la televisione commerciale, è semplicemente sfruttare la notorietà di opere molto famose, deturpandole a fini di lucro.

Vorrei ricordare infine, che le musiche di cui noi oggi godiamo liberamente, sono il frutto del duro lavoro di uomini eccezionali che hanno spesso dovuto condurre vite molto difficili, soprattutto a causa della totale imbecillità dei loro contemporanei. L’idea quindi, che qualcuno possa oggi impunemente sfruttarne i capolavori più noti, storpiandoli ad libitum, mi fa davvero roteare le sfere.

Spero vivamente dunque, che altri musicisti facciano propria questa battaglia e si attivino concretamente per trovare un modo di porre fine a questo schifo.

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