Tap
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– Il 20 settembre 2014, la cerimonia d’inaugurazione del corridoio meridionale del gas, a Baku, ha seguito di nove giorni il decreto con cui il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha scavalcato il no di Regione Puglia e Mibact e concesso la valutazione di impatto ambientale a Tap.

La costruzione del gasdotto in Puglia, però, è di fatto ferma. Nelle campagne di Melendugno, in provincia di Lecce, la multinazionale svizzera ha inviato le gru qualche giorno fa, ma ad oggi non ha l’ok di Bari per poter espiantare gli ulivi e iniziare a scavare. Il 15 maggio, domenica pomeriggio, ha installato pochi metri quadrati di recinzione, per dimostrare di riuscire a rispettare la data fatidica del 16 maggio, quella entro la quale il cantiere avrebbe dovuto necessariamente partire, pena la decadenza dell’autorizzazione unica ministeriale incassata un anno prima.

Su questo è ancora in corso il braccio di ferro giudiziario tra governo e Regione, che contesta la base su cui il via libera a Tap si fonda, “l’emendamento Guidi”, quella parte di Sblocca Italia poi considerata incostituzionale. L’udienza dinanzi al Consiglio di Stato è fissata per gennaio.

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