Fare ricerche con Google non vale solo per la rete, ma va bene anche per il cervello umano. Un gruppo di ricerca dell’Università britannica di Leicester e dell’Università della California a Los Angeles ha utilizzato i motori di ricerca in un modello neurale per scoprire come nascono i ricordi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Le associazioni tra concetti sono un meccanismo chiave della memoria umana perché ci aiutano a risalire anche ai ricordi più lontani. Ad esempio, quando ricordiamo esperienze personali, come incontrare una persona in un determinato luogo, creiamo associazioni tra alcuni concetti. Partendo da questo presupposto i ricercatori hanno utilizzato il funzionamento dei motori di ricerca di Internet, come Google e Bing, in un modello neurale per stabilire il grado di associazione tra i concetti e come queste associazioni vengono codificate dalla memoria umana. Cosi facendo hanno potuto vedere come i neuroni presenti nella memoria riescono a focalizzare pochi concetti, i più importanti, ma correlati tra loro.

“I neuroni sono gli elementi costitutivi della memoria, e rappresentano concetti e legami tra loro. In realtà, questi concetti e le loro associazioni rappresentano la struttura portante dei ricordi”, ha osservato il principale autore dello studio Rodrigo Quian Quiroga dal Centro per i sistemi delle Neuroscienze dell’Università di Leicester, “in linea con questa visione – ha continuato – si tende a ricordare i concetti importanti e a dimenticare un infinito numero di dettagli. Non a caso, tali dettagli non sono nemmeno codificati da questi neuroni”.

L’articolo su Nature

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