Maxi blitz delle forze dell’ordine al boschetto dello spaccio di Rogoredo, a Milano. E’ iniziato poco dopo le 8 di questa mattina un intervento congiunto di oltre cento uomini della polizia locale e carabinieri per “bonificare” il “fortino” dello spaccio a due passi dalla stazione ferroviaria di Rogoredo. Si tratta di un’area incolta vicino alla tangenziale, da tempo al centro di un giro di spaccio e nota per la permanenza di senza fissa dimora. L’area è costantemente sorvolata da un elicottero, militari e polizia locale hanno circondato la zona. Finito l’intervento di polizia giudiziaria, per trovare tracce di spaccio e o clandestini, le ruspe del Comune raderanno al suolo eventuali baracche abusive e bonificheranno l’area verde da rifiuti e sterpaglie. In particolare, i mezzi dell’Amsa stanno attendendo la fine dell’intervento dei carabinieri e l’allontanamento di eventuali presenti nel boschetto per iniziare ad operare.

“L’intervento di oggi al boschetto di Rogoredo è una delle tappe del programma condiviso al Tavolo dell’ordine e della Sicurezza pubblica presso la Prefettura, puntiamo ad eliminare una piazza dell’eroina che esiste da più di 20 anni: un impegno preso dal primo giorno in cui ci siamo insediati”. Lo ha detto l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza commentando l’operazione di stamattina a Rogoredo.

Nel boschetto dello spaccio il 9 novembre scorso sei persone tra i 22 e i 50 anni sono state arrestate e diverse dosi di cocaina e hashish sono state sequestrate. Quell’operazione era il risultato dell’ultima operazione antidroga dei carabinieri del comando provinciale di Milano, svolta nelle ultime ore nei quartieri periferici della città: Rogoredo, Porto di Mare e Corvetto. Il blitz dei militari dell’Arma si era concentrato nell’area boschiva che costeggia via Sant’Arialdo, zona particolarmente impervia e frequentata da pusher e consumatori di stupefacenti.

Nel corso dell’intervento delle forze dell’ordine erano finiti in manette un 30enne gambiano, irregolare in Italia e con precedenti, bloccato dai carabinieri mentre tentava di scappare con oltre venti palline di cocaina, e due marocchini, di 22 e 23 anni, sorpresi mentre vendevano alcune dosi di hashish. Sono in tutto 80 le persone identificate nel corso dei controlli, e nella rete dei militari dell’Arma sono stati rintracciati due italiani, di 25 e 50 anni, ricercati per un cumulo pene per reati contro il patrimonio, e un egiziano 27enne destinatario di un ordine di carcerazione per furto.

Dopo la sparatoria avvenuta sabato 12 novembre in piazzale Loreto, che ha causato la morte di un dominicano, sulla questione della sicurezza a Milano ieri è intervenuto il sindaco Giuseppe Sala, chiedendo “l’intervento dei soldati da destinare al controllo delle periferie”. Intanto continuano le indagini per capire il movente dell’omicidio del dominicano Antonio Rafael Ramirez, accoltellato e ferito a colpi di pistola, deceduto ieri all’ospedale San Raffaele. Secondo la Squadra Mobile milanese, coordinate dal pm Piero Basilone, sarebbe stato uno “sgarro” all’interno di un traffico di droga il movente dell’omicidio. Ramirez, da poco arrivato in Italia e formalmente senza precedenti, infatti, stando alle prime verifiche, sarebbe stato attivo in un contesto di spaccio di stupefacenti, stesso contesto a cui apparterrebbero i suoi aggressori.

Nell’ambito delle indagini si sta anche verificando se i killer siano legati o meno a gang sudamericane, le cosiddette ‘pandillas‘. Nel frattempo, gli investigatori hanno ascoltato numerosi testimoni: sia persone presenti quella sera in piazzale Loreto che soggetti che si muovono nell’ambiente dello spaccio di via Padova. Una telecamera della piazza ha ripreso la scena e si è rivelata utile per le indagini.

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