Il Regno Unito ha scelto la Brexit, ma il governo non sa ancora come affrontare l’uscita dall’Unione Europea. In attesa del verdetto della Suprema Corte sulla possibilità che anche il Parlamento si esprima sul risultato del referendum di giugnoLondra, come rivela un documento segreto ottenuto dal Times e visionato dalla Bbc, non ha “un piano” né un accordo sulla “exit strategy” e l’uscita dall’Unione Europea sarà “complessa, densa e difficile”. Tutte ipotesi smentite da Downing Street: “Questo – ha detto un portavoce dell’esecutivo – non è un rapporto del governo e non riconosciamo le affermazioni” che contiene.

Il quotidiano britannico parla di una nota scritta il 7 novembre da un consulente del governo, destinata all’ufficio di Gabinetto e chiamata ‘Brexit Update‘ in cui si riporta che a causa delle forti divisioni tra i ministri di Theresa May “ci vorranno altri sei mesi” prima di mettere a punto un piano, il che rende praticamente impossibile l’attivazione del famoso articolo 50 a marzo, come annunciato dal primo ministro, che aveva promesso l’uscita definitiva a marzo 2019. Una tempistica che, però, rischia di non essere rispettata.

Secondo il Times, il documento critica la premier “che si sta facendo la reputazione di una persona che tende ad avocare a sé le decisioni ed i dettagli per decidere”, un approccio definito “improbabile da sostenere”, e fa emergere contrasti tra il ministro degli Esteri Boris Johnson, quello per la Brexit David Davis e il ministro per il Commercio Internazionale Liam Fox da una parte e dall’altra il ministro del Tesoro Philip Hammond e Greg Clark, ministro del Commercio. Il memo rivela quindi che “ogni dipartimento ha messo a punto un piano in cui si delinea il potenziale impatto della Brexit ed un piano per far fronte “al caso peggiore”.

“Per quanto necessario – si legge ancora – questo è ben al di qua di un “piano del governo per la Brexit’ perché non individua alcuna priorità e nessun legame con una strategia negoziale complessiva”. Il memo suggerisce infine che il governo non dispone del personale sufficiente a realizzare in tempi brevi la Brexit, e che i singoli dipartimenti stanno sviluppando progetti individuali che al momento ammontano ad oltre 500. Un carico di lavoro, si ribadisce, che richiederà un rafforzamento del personale nella misura di 30mila persone in più.

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