Proseguono le proteste negli Stati Uniti contro l’elezione di Donald Trump e le politiche da lui annunciate in campagna elettorale. Migliaia di persone hanno manifestato in diverse città per la quarta notte consecutiva. A Portland, Oregon, nonostante gli appelli alla calma del sindaco e della polizia, si sono verificati nuovi scontri con la polizia che ha sparato granate assordanti dopo il lancio di pietre e bottiglie da parte di un gruppo di manifestanti: 19 le persone arrestate. A New York la protesta è partita da Union Square, ha attraversato la Fifth Avenue ed è arrivata sotto la Trump Tower, dove è stata bloccata dalla polizia. Manifestazioni anche a Chicago, San Francisco, Las VegasIeri a Los Angeles sono state 200 le persone arrestate per non aver rispettato l’ordine di disperdersi, mentre proprio a Portland dove le contestazioni sono degenerate in vandalismi, un manifestante è rimasto ferito da uno sconosciuto che la polizia sta ancora ricercando.

Moore entra e “gira” nella Trump Tower
La gran parte dei cortei che attraversano varie città americane restano pacifici, come quello di migliaia di persone che hanno sfilato ieri a New York da Union Square sino alla blindatissima Trump Tower sulla Fifth Avenue, dove risiede il presidente eletto. E dove un suo fiero oppositore, Michael Moore, il regista premio Oscar nel 2003 per Bowling for Columbine, è riuscito ad entrare indisturbato aggirandosi con il suo iPhone nei meandri del grattacielo. Gli agenti dei servizi segreti lo hanno bloccato prima che accedesse agli uffici del presidente: “Mr. Trump sono qui, voglio parlare con te”. Il regista ha registrato la scena con il suo telefono cellulare e l’ha trasmessa in diretta su Facebook. Moore, che lo scorso 24 scorso luglio in un lungo post sull’Huffington post aveva profetizzato la vittoria del tycoon, ha firmato insieme a centinaia di altri artisti e musicisti un manifesto dal titolo “Uniti contro l’odio”. 

Prevista manifestazione il giorno del giuramento
Anche a Washington, la capitale, ci sono stati rulli di tamburo, con oltre 200 persone radunatesi davanti a Capitol Hill urlando “Not my president”, “No Trump, no Kkk, no Fascist Usa”. Ed è proprio a Washington che il movimento ha convocato una grande protesta di fronte al Campidoglio il giorno del giuramento di Trump, il prossimo 20 gennaio. “Unitevi a noi il giorno dell’investitura per far sentire la vostra voce. Ci rifiutiamo di riconoscere Trump come presidente degli Stati Uniti e ci rifiutiamo di prendere ordini da un governo che mette gli intolleranti al potere”, si legge su Facebook. A Chicago la folla era composta anche da famiglie e bambini, che cantavano “No odio, No paura. Gli immigranti sono benvenuti”. Contro Trump è stata indetta anche una petizione in cui si chiede ai 538 grandi elettori di non eleggere il miliardario, possibilità remotissima ma prevista dal sistema elettorale statunitense.

Due uomini invece sono stati arrestati per aver aggredito e percosso un sostenitore di Donald Trump a Meriden, nel Connecticut. L’uomo teneva in mano una bandiera Usa e un cartello elettorale del tycoon quando due persone sono scese da un’auto e hanno cominciato a tirargli calci e pugni lasciandolo a terra. Un episodio che conferma la tensione post elettorale e il rischio di conflitti tra militanti e simpatizzanti dei fronti opposti.

L’incontro con Farage e il busto di Churchill
Intanto Trump prosegue per la sua strada e ha incontrato Nigel Farage, leader del partito eurofobico Ukip. “Hanno parlato di libertà e della vittoria e di ciò che questo significa per il mondo”. Farage è stato insieme all’olandese Geert Wilders l’unico leader politico europeo a parlare alla convention repubblicana della scorsa estate. Il britannico ha poi commentato su Twitter: “Particolarmente soddisfatto per la reazione molto positiva di Trump all’idea di riportare il busto di Winston Churchill nello Studio Ovale”. Sul busto dello statista inglese si era scatenata una polemica tra Barack Obama e l’allora sindaco di Londra Boris Johnson che lo aveva accusato di aver rimosso la statua dallo Studio Ovale. “Questo è un uomo con cui possiamo fare affari”, ha twittato ancora Farage accompagnando il post con una foto di lui e Trump sorridenti che escono da un ascensore dorato del grattacielo. “Il sostegno di Trump al rapporto tra Usa e Gb è molto forte. È stato un grandissimo onore incontrare Trump. Era rilassato e pieno di buone idee. Sono convinto che sarà un buon presidente”.

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