La vittoria di Trump negli States e l’uscita del Regno Unito dall’Ue hanno due cose in comune: nessuno se l’aspettava, ed élite e popolo sono sempre più lontane. Demagogo, populista, razzista, omofobo ed estremista per non dire peggio. A Trump si potrebbe dire di tutto, eppure ha vinto. Aveva contro le élite politiche, economiche e mediatiche di tutto il mondo, eppure ha vinto. Lo stesso valeva per la Brexit che solo Nigel Farage e Boris Johnson volevano, eppure il Regno Unito è uscito (forse) dall’Ue. Oggi l’Europa ha paura. Perché dopo la Brexit e Farage tutto è possibile: Le Pen in Francia, Wilders nei Paesi Bassi, Putin in Russia (anzi questo c’è già).

L’intero progetto europeo vacilla, oggi più che mai. Il fatto è che questo progetto europeo è stato creato a tavolino da una ristretta élite illuminata di politici come Jean Monnet, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Paul-Henri Spaak e Altiero Spinelli, politici che, dopo il disastro della seconda guerra mondiale, hanno cercato a porte chiuse – e con un aiutino da parte degli Stati Uniti – di costruire una realtà economica e politica che garantisse la pace nel vecchio continente. Bene, ce l’hanno fatta, in Europa non ci sono conflitti da sessant’anni – Balcani esclusi. Il fatto è che oggi a porte chiuse non si fa più niente, e in fondo è meglio così. Ma in Europa, e a quanto pare anche negli States, non ce ne siamo ancora resi conto.

Élite economico-politiche, circoli chiusi per intellettuali, gruppi di alto livello, dottoroni e professoroni all’Europa di oggi non bastano più. Dove ci sono Internet, i social media e i device mobile non ci sono più barriere e porte chiuse, e se il popolo non viene coinvolto allora fa da sé, ad esempio informandosi a modo suo, con un video su YouTube o leggendo quattro parole su Twitter, e poi vota di conseguenza.

Populisti, demagoghi, razzisti, omofobi ed estremisti di questo continente e quell’altro lo hanno capito benissimo. Ecco che i vari Trump, Farage, Le Pen e Wilders spopolano sui social, su YouTube e sul web in generale, bypassando i canali di informazione ufficiale, ignorando i grandi giornali letti dai cari vecchi “cinquecento lettori” che poi alla conta dei voti perdono le elezioni di fronte a “milioni di elettori”.

A Bruxelles questo messaggio stenta a essere recepito. Ci sono ancora “gruppi di alto livello” – come quello presieduto da Mario Monti sulle risorse proprie dell’Ue – che, tra una tartina e un cocktail, pretendono ancora di decidere il futuro di milioni di persone. Le vittorie di Trump e Farage hanno dimostrato chiaramente che o questi “signori dei circoli che contano” si decidono a parlare con “l’uomo della strada”, o i grandi discorsi sul “futuro dell’integrazione politica ed economica dell’Ue” e il suo omonimo americano vengono volgarizzati e spiegati a tutti, oppure i prossimi a fare man bassa delle speranze mal riposte del popolo saranno Le Pen, Wilders e chissà chi altro. E diciamolo chiaramente: se Marine Le Pen vince in Francia nel 2017 si potrà dire addio una volta per tutte al progetto europeo che i padri fondatori hanno creato e che i figli non fondatori non hanno saputo adattare ai tempi moderni.

PS: Un discorsetto a parte andrebbe fatto per i sistemi educativi europei e statunitensi perché certi livelli di ignoranza, in democrazie moderne dove si vota a suffragio universale e ci sono i referendum, non sono più tollerabili.

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