Polemica rovente in due match durante Tagadà (La7): protagonista dello scontro è il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi,che si confronta prima con il sindaco di Pesaro e vicepresidente del Pd, Matteo Ricci, e poi con il giornalista Piercamillo Falasca del comitato ‘Basta un sì’. Il dibattito è incentrato sulla vittoria di Trump alle elezioni Usa, riguardo alle quali Ricci osserva: “Ormai lo scenario politico occidentale è diviso su due schieramenti: quello riformista e quello populista. Trump ha trasformato il partito repubblicano in un partito di destra diverso da quello di prima, esattamente come la Le Pen in Francia e il M5S in Italia”. “Cosa vuol dire populismo?” – replica Scanzi – “Lo sono tutti in una campagna elettorale, quindi è una parola che non vuol dire assolutamente niente. La verità, come dice Cacciari, è che siamo di fronte a una ‘secessio plebis’, un allontanamento da quello che prima era l’alveo della sinistra. Sono scappati. E se gli proponi la Clinton o Renzi, non li riconquisti più”. La polemica deflagra quando Ricci accusa il fronte del NO al referendum di aver imbarcato populisti ed esponenti della vecchia politica: “Hanno un solo argomento: votare contro Renzi”. Non ci sta Scanzi: “Sono affascinato da questa quintalata di populismo da uno che pretende di essere riformista contro i populisti. E’ un’argomentazione stupida. Faccio anche i complimenti al comitato ‘Basta un Sì’” – continua– “Siete così democratici che avete fatto un esposto a La7 per vietare che alcuni giornalisti, come me, Travaglio e Padellaro, vadano a esprimere il NO”. Falasca si appella alla legge sulla par condicio, che “va rispettata”, ma la firma del Fatto ribatte: “Quindi, dovreste farla rispettare anche a Rondolino e alla Meli

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