2. L’epoca dei testimonial e degli endorsement è finita

Moltissime riviste si sono lanciate in editoriali strappalacrime nei quali indicavano che in via del tutto eccezionale avrebbero dato il proprio appoggio a Hillary Clinton. Al tempo stesso, un esercito di celebrità, opinionisti e intellettuali ha marciato compatto a favore della candidata democratica. Vent’anni fa, quando il cittadino medio occidentale pendeva dalle labbra dei grandi giornali e delle star del cinema, della musica e della televisione, tutto questo battage avrebbe consegnato la vittoria alla Clinton. Oggi, con Internet e gli “Imprenditori di sé stessi”, se c’è una cosa che il cittadino occidentale non sopporta è quella di sentirsi dire cosa fare da chicchessia, soprattutto se la dritta viene da chi è influente o famoso. Quella che un tempo era ammirazione per uomini e donne di successo, oggi è diventato risentimento (o peggio, rancore) verso che si esprime su problemi che, in fondo, non la riguardano affatto. Parliamo dello scollamento tra la realtà di chi fa parte dell’élite, e chi invece ne è tagliato fuori e attende invano da anni di poter salire sui sempre più rari ascensori sociali. Per questa ragione ogni endorsement a favore di Hillary Clinton ha portato voti su voti a favore di Donald Trump, il quale si è guardato bene dal replicare a ogni levata di scudi contro di lui da parte di giornali, star dello spettacolo e intellettuali.

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Donald Trump vince, l’era dei testimonial è finita

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