Ha ragione Obama, il sole sorge ancora, anche con Trump alla Casa Bianca, ma ciò non toglie che, in contemporanea, si stiano verificando alcuni evidentissimi tramonti:

1) Il tramonto del Quarto Potere, watch dog dei poteri collegati alla sovranità territoriale (Parlamenti, governi, giudici). La stampa Usa, dal liberal New York Times al conservatore Usa Today ha scritto e detto di tutto per sventare l’affermazione di Trump, prima durante le primarie nel Partito Repubblicano poi nella gara con la pur indigesta Hillary. Ma evidentemente i giornalisti e gli editorialisti non se li è filati nessuno e dunque è provato che l’apparato concettuale di chi scrive non coincide più con quello di chi legge. A questa crisi “culturale” che basterebbe e avanzerebbe, si aggiunge poi la crisi industriale perché le imprese dell’editoria quotidiana, che sono quelle che accompagnano (accompagnavano) la vita e i pensieri dell’uomo comune (e così se ne alimentavano) perdono mercato dietro l’avanzare del web e si stanno consumando come moccoli in chiesa. Quindi il watch dog di un tempo è un cagnetto spelacchiato e affamato, pronto a leccare la mano del primo che gli allunga una polpetta.

2) Il tramonto del marketing, misurato dalle ripetute topiche dei sondaggi (anche in Usa, a quanto pare, mica solo da noi!) che mostrano la consunzione degli apparati concettuali e dei questionari che ne sono il frutto, usati dal mondo dei sondaggisti con l’idea di aderire ai moventi spirituali e materiali dei componenti dei panel intervistati. Tant’è che oggi, dovessimo chiedere un veritiero parere su quel che passa per la testa della gente, andremmo da poliziotti di strada, fautori di rivistine gossip, parroci, gestori di bar e commercialisti che aiutano a eludere le tasse. Tutta gente a contatto con la verità del mondo, ma che, purtroppo per le scienze umane, non scrive trattati di sociologia e non da una mano al macero di quelli vecchi;

3) Il tramonto dell’idea “infermieristica” ed economicistica che punta a tacitare con qualche sovvenzione (“redditi di cittadinanza” e cose del genere) le conseguenze della concorrenza globalizzata fra lavoratori e della robotizzazione di tanti lavori. Mentre è evidente che questi sono alle radici, più che della indigenza, dell’insicurezza (non parleremmo di “disperazione”) e della protesta contro “quello che c’è”, perché manca un futuro e quindi pensi di non avere niente veramente da perdere. Chi ne dubita vada a vedersi Io sono David Blake di Ken Loach;

Fra tanti tramonti, a parte il Sole che continua a fare il suo mestiere quotidiano, non vediamo albe della politica “progettuale” (una volta avremmo detto progressista) rispetto allo splendore corrente della politica “contro” (che pigramente viene ancora denominata “populismo”). E temiamo che l’alba non comparirà finché gli intellettuali della ricerca e delle industrie creative non troveranno nuovi approcci concettuali e nuovi strumenti di ascolto di quel che la società è, rispetto a quel che si riteneva che fosse. Insomma, mentre a governare ci pensa Trump, è a questa impresa che sarebbe opportuno dedicarsi.

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