Il Tribunale civile di Bari ha riconosciuto alla famiglia di due gemelli nati con gravi disabilità un risarcimento di circa 2,6 milioni di euro – che con gli interessi e la rivalutazione diventano 4,5 milioni di euro – a causa delle “grossolane omissioni” da parte dei medici al momento del parto. Si tratta del più pesante risarcimento da responsabilità medica nella storia della sanità pugliese. A scriverlo è oggi La Gazzetta del Mezzogiorno che spiega che la cifra dovrà essere pagata dalla Regione Puglia, dall’ex Usl Bari 8 e, in minima parte, anche dall’assicurazione coinvolta. La sentenza è stata depositata a maggio 2015, ma la storia è emersa soltanto ora perché, nel frattempo, i genitori hanno effettuato un pignoramento da 6,8 milioni e ora il Consiglio regionale deve riconoscere il debito fuori bilancio.

La storia inizia nel 1992. Passano però dieci anni, prima che la vicenda approdi in un’aula di tribunale. E ne sono serviti ancora oltre dieci per arrivare a una sentenza di primo grado. La donna della Murgia barese nel maggio di 24 anni fa viene ricoverata d’urgenza all’ospedale di Gravina per il rischio di un parto prematuro, alla 32esima settimana. Dopo due giorni è trasferita nel reparto di ostetricia a Bitonto dove nascono i due bambini con gravissime malformazioni: uno affetto da tetraparesi spastica, l’altro da una forma di displasia ectodermica con ritardo psicomotorio. Il Tribunale barese – riporta La Gazzetta del Mezzogiorno – ha escluso responsabilità da parte del primario dell’ospedale di Gravina, mentre ha rilevato “una serie di grossolane omissioni” nel comportamento dei medici di Bitonto. La Regione Puglia ha impugnato la sentenza in appello. La famiglia ha già ottenuto 900mila euro. I due gemelli oggi hanno quasi 26 anni.

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