“Perché continuare a lavorare gratis fino alla fine dell’anno, precisamente 39 giorni (quelli che mancano al 31 dicembre, ndr) in più dei colleghi maschi senza alcuna retribuzione?”. Sono tante le donne francesi che lunedì 7 dicembre hanno incrociato le braccia per protestare contro le disparità salariali. Perché, secondo un recente studio Eurostat, gli uomini guadagnano il 15,1% in più. Uno sciopero altamente simbolico per il quale, dicono le organizzatrici, l’adesione è stata alta e che è iniziato alle 16, 34 minuti e 7 secondi. Lanciato dal collettivo femminista Les Glorieuses, si è diffuso in rete e ha ricevuto anche il sostegno del ministro per le pari opportunità, Laurence Rossignol.

Le organizzatrici promettono che l’iniziativa sarà ripetuta l’8 marzo, per la Festa della donna, e il 7 novembre dell’anno prossimo. L’idea, in realtà, non è francese ma è stata presa in prestito dall’Islanda che l’ha organizzata due settimane fa riscuotendo un grande successo. In realtà l’astensione dal lavoro a partire dalle 16.34 non è stato uno sciopero nel senso pieno del termine, né poteva esserlo visto che soltanto un sindacato può proclamarlo. Ma è stato un modo per lanciare un segnale di fronte a una palese ingiustizia. Per partecipare bastava segnalare la propria assenza al datore di lavoro e sperare nella sua comprensione. Chi non poteva ha manifestato la sua adesione simbolica via social network.

Diverse anche le donne che hanno partecipato a manifestazioni organizzate nelle principali città francesi. Alle 16.34 in Place de la République, nel cuore di Parigi, circa 300 donne (e qualche uomo). Infine c’è chi ha incrociato solo simbolicamente le braccia pur restando sul posto di lavoro: è successo nelle redazioni dei giornali, nei musei, nei negozi, nelle università. In segno di solidarietà Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, ha sospeso il Consiglio comunale alle 16.34.

Oltre che peggio pagate, le donne fanno anche molta più fatica a raggiungere incarichi di responsabilità. Stando a uno studio dell’Osservatorio della presenza femminile nelle aziende, ad esempio, nei grandi gruppi sono il 36% del totale dei dipendenti ma solo l’11,2% è nella dirigenza.

La speranza delle organizzatrici è che il segnale lanciato oggi serva ad accorciare i tempi per annullare il divario coi colleghi maschi. Secondo un rapporto del Forum economico mondiale, bisognerà aspettare 170 anni, il 2.186, affinché l’uguaglianza sia pienamente rispettata in Francia.

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