A poco meno di un’ora di aereo da Roma c’è un posto che noi chiamiamo “estero”, ma che è ancora un po’ Italia. Si tratta di Malta, isola meta di tanti italiani impiegati nel campo della ristorazione, per un lavoro o un’esperienza all’estero con biglietto di ritorno. Magari per migliorare l’inglese. Ma le difficoltà, tra cannoli siciliani e tranci di pizza made in La Valletta,

Al momento non ci sono dati ufficiali, ma c’è chi è stato testimone diretto di questa “invasione” pacifica. È il caso di Paola Stranges, siciliana, che otto anni fa ha deciso di lasciare l’Italia per trasferirsi a Malta con la sua famiglia: “Quando sono arrivata io Malta era un’isoletta, ma in questi anni è cresciuta e ora ha finalmente preso le sembianze di uno Stato”, racconta. Merito del turismo, certo, ma anche di molti investimenti nel settore edilizio. Paola ha deciso di mettere la propria esperienza al servizio dei nuovi arrivati e da qualche anno gestisce un sito molto popolare, che fornisce tutte le informazioni necessarie per ambientarsi: dagli alloggi ai corsi d’inglese, passando per scuole e università.

E tra i tanti che le chiedono aiuto o consiglio, non mancano i più giovani in cerca di lavoro: “Chi si è trasferito ovviamente lo fa per trovare un impiego in un Paese relativamente vicino casa – sottolinea -, e poi Malta ha molte cose in comune con il Sud Italia, quindi si sente meno la nostalgia”. Questo, però, non implica che ci sia lavoro per tutti: “Ovviamente prima di affrontare un trasferimento bisogna prepararsi – spiega –, ma non sono d’accordo con gli italiani che si sono trasferiti qui e ora sparano a zero sull’isola”. Per prima cosa, infatti, è fondamentale una conoscenza pregressa dell’inglese: “Quelli che conoscono la lingua e hanno già esperienza nel settore della ristorazione trovano sempre un lavoro regolare e ben retribuito – sottolinea -, mentre per quelli che s’improvvisano camerieri o pizzaioli le paghe sono basse”. Molto dipende anche dal tipo di esperienza che si vuole fare: “Ci sono anche ventenni che vengono qui in vacanza, si trovano bene e decidono di lavorare nei ristoranti giusto per la stagione estiva”, racconta.

Non solo camerieri, però. Alcuni connazionali si trasferiscono nell’isola per aprire un ristorante o una pizzeria, ma anche in questo caso senza preparazione non si va molto lontano: “In questi anni ho visto tantissimi pizzerie e locali gestiti da italiani chiudere nel giro di poco tempo – racconta Paola -. Purtroppo molti vanno all’avventura, senza fare uno studio dei costi e dei guadagni”. Per far decollare un’attività, infatti, non bastano solo i turisti: “Molti si fanno incantare dal flusso di persone che arrivano, ma solo quelli che sanno fare il loro mestiere riescono ad andare avanti, anche perché gli affitti dei locali ormai sono alle stelle”, conclude.

Le storie: “Malta non è un paradiso, ma è piena di opportunità” – Daniele e sua moglie sono originari della provincia di Torino e hanno poco più di 25 anni, ma possono già vantare un’ampia esperienza nel settore: “Io ho cominciato a fare il cuoco molto presto – racconta a ilfattoquotidiano.it – e mi portavo dietro il sogno di aprire un ristorante, ma per dei ragazzi come noi in Italia era impossibile”. Così a settembre 2014 decidono di partire per Malta e insieme a un amico trovano il posto giusto per aprire la loro attività: “Siamo riusciti a inaugurare il locale all’inizio del 2015 – ricorda -, qui sei meno strozzato dallo Stato e le imprese vengono aiutate”. Ma le difficoltà non sono mancate, soprattutto i primi tempi: “In fatto di cibo, i maltesi hanno gusti diversi rispetto ai nostri e anche la lingua a volte può essere un problema – ammette -, bisogna impegnarsi per trovare un equilibrio”. Il ritmo di lavoro, poi, è molto legato alle stagioni: “D’estate si lavora tanto, d’inverno meno, ma un po’ di movimento c’è sempre, perché ai maltesi piace molto uscire e mangiare bene”, spiega.

Anche Vittorio Colonna, nato a Termoli 23 anni fa, ha iniziato a lavorare prestissimo nel mondo della ristorazione, ma in Italia non riusciva a trovare stabilità: “Un giorno un mio amico che viveva a Malta mi ha suggerito di raggiungerlo, perché qui se sai l’inglese e sei bravo nel tuo lavoro ci sono molte opportunità”, racconta. Così non ci ha pensato su due volte e nove mesi fa ha preso un volo per l’isola: “I primi due mesi ho trovato un impiego come cameriere a St. Julian’s, ma non è stato facile, perché qui i ristoranti sono delle giungle, soprattutto in estate”, sottolinea. Poi, però, le cose hanno preso la direzione giusta e ora Vittorio può finalmente dirsi soddisfatto della sua scelta: “Ho trovato lavoro come barman in un hotel e poco dopo mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato. In Italia non avrei potuto aspirare a tanto”.

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