Confronto a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e l’architetto Massimiliano Fuksas sul referendum costituzionale. Fuksas ribadisce il suo SI’, motivando così la sua preferenza: “Dobbiamo pur partire da qualche punto. Ad esempio, leviamo una Camera. La leviamo male? E va bene, ma leviamola. Oppure ricominciamo tutto da capo? E tra 30 anni i nostri figli ridiscuteranno e staranno a risentire le solite cose con il Renzi e il D’Alema di turno?”. “Siamo sempre lì” – commenta Scanzi – “la teoria di Fuksas e di molti favorevoli al SI’ è quella del ‘meglio di niente’. Io non sono particolarmente convinto perché trovo che questa riforma abbia due o tre cose positive, come l’abolizione del Cnel e l’abbassamento del quorum nel referendum, ma ne abbia molte di più che sono scritte male. Il concetto del ‘ritornare a niente’ mi fa ridere perché quel niente è la Costituzione. Se quello è niente, io mi tengo il niente“. Il giornalista analizza anche le ultime vicende sui 31 arresti relativi agli appalti truccati, dall’alta velocità ferroviaria alle autostrade fino al ponte sullo Stretto. Prendendo spunto dal ‘no’ di Virginia Raggi alle Olimpiadi di Roma, Scanzi osserva: “Tra gli arrestati per lo scandalo sulle grandi opere, spicca l’ingegnere del gruppo che avrebbe dovuto gestire lo straordinario progetto del ponte sullo Stretto. E’ stato accusato di aver sfruttato il subappalto di una cooperativa rossa. Altro esempio è l’Expo con i suoi intrecci con la ‘ndrangheta. E si continua a mitizzare le grandi opere, come se questo Paese non avesse problemi di corruzione

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