La decima edizione de Il Rumore del Lutto (www.ilrumoredellutto.com), che si svolgerà come le precedenti a Parma nei giorni della commemorazione dei defunti, intende far comprendere e riaccogliere, attraverso il tema portante della spiritualità, il concetto di morte nella quotidianità.

Per “spiritualità” si intende ciò che caratterizza i modi di vivere e sperimentare la parte immateriale e non tangibile dell’esistenza umana, rappresentandone l’invisibile forza vitale, affine e in stretta relazione con la materia anche se distinta da essa; spiritualità che può essere intesa come stile di vita, originato e derivato dall’esperienza religiosa personale, praticato nella concretezza della propria esistenza e divenire un’espressione culturale, in cui le modalità di percezione sono vissute nel concreto dell’esistenza, a partire dalla vita interiore della persona.

L’oggetto del Convegno inaugurale della manifestazione introduce al confronto sul tema “spiritualità e istituzioni sociosanitarie”; in particolare verrà argomentato in merito alla istituzione dell’aula del silenzio e/o dei culti, spazio esclusivo dove poter pregare, elaborare la sofferenza, il dolore, il lutto: un luogo per raccogliersi, meditare e rigenerarsi, uno spazio dove incontrare l’altro e dialogare in silenzio.

Era il 1954 quando l’allora segretario delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld fece predisporre la prima camera di meditazione per i dipendenti del quartiere generale Onu a New York. Da allora gli spazi del silenzio furono approntati in luoghi e ambienti diversi: aeroporti, alberghi, università, persino nei parchi cittadini.

Solo di recente in Italia le sale del silenzio sono diventate operative: in Toscana, in Piemonte e ora anche in Emilia dove lo scorso giugno è nato un gruppo di lavoro nazionale per la stanza del silenzio e dei culti, con una sessantina di soci provenienti da tutta Italia, che ha dato vita a un progetto interdisciplinare, che vanta una partnership con i master dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Master interculturale nel campo della salute, del welfare, del lavoro e dell’Integrazione), e dell’Università di Padova (Master Death Studies and The End of Life).

Attraverso una rete lieve, professori universitari, medici, architetti, antropologi, tanatologi, psicologi, sociologi, operatori sanitari e dei migranti, interagiscono e collaborano tra loro per coinvolgere le comunità religiose e le diverse realtà, e individuare un luogo – all’interno delle aziende sanitarie del territorio – che possa essere fruibile da tutti, per poter esprimere e ampliare, attraverso la vita di relazione dell’essere umano,  la consapevolezza di far parte di un unico universo.

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