La proposta di legge del M5S sul taglio degli stipendi? Una scemenza. E’ tutta propaganda“. Lo afferma ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus) il senatore di Ala, Vincenzo D’Anna, che aggiunge: “Mettere a 2.500 euro lo stipendio dei parlamentari significa che la prossima volta si troveranno in Parlamento cassaintegrati, lavoratori socialmente utili, impiegati delle poste e del catasto. Non ci sarà né un professionista, né un imprenditore, né una personalità che con 2500 euro al mese accetterebbe di fare il parlamentare. Il M5S? Per il 98% sono persone che non avevano reddito, non avevano né arte, né parte. Per loro 2500 euro al mese sono un signor stipendio. In Parlamento vai a fare il legislatore, non l’amanuense“. Poi l’invettiva sui social: “Il compito di un parlamentare è delicatissimo. Prendere la metà dello stipendio di un primario, di un generale dell’esercito, di un buon giornalista mi sembra un avvilimento. E’ uno di quegli esercizi demagogici che vanno di moda in questa Italia dove i fessi e i frustrati hanno facebook e i social per vomitare sul mondo intero“. D’Anna sottolinea: “Io già ci rimetto guadagnando 5000 euro al mese, con 2500 euro non ci andrei nemmeno a Roma. Anche io ho una famiglia, dei figli e dei nipoti, non posso rimetterci nel fare il parlamentare. Che senso ha questa lotta a oltranza contro gli stipendi dei parlamentari? Ridurli” – chiosa – “comporta uno spreco dello 0,001%. Il fatto è che quelli del M5S campano di politica, perché erano nullatenenti e nullafacenti. Di Maio faceva lo steward, per lui 2500 euro sono uno stipendio buono, ma per le personalità che sono in Parlamento no. I Cinque Stelle in Parlamento hanno trovato l’America

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