Cultura

Les 7 doigts, così il circo cambia volto e sostanza: una sfida alla gravità in acrobazie esplosive

“Nei nostri spettacoli, abbiamo deciso di mettere sempre in risalto l’essere umano. Vogliamo che gli spettatori s’identifichino in noi e che ci riconoscano come simili: uomini con un nome e un cognome, un particolare timbro della voce, delle particolari forze e altrettante debolezze”, spiega la compagnia. In scena in Italia dal 27 al 30 ottobre 2016 all’Auditorium Conciliazione all’interno del Romaeuropa Festival con lo spettacolo Traces

di Davide Turrini

Dimenticate gli animali, le clave e i tendoni, le parrucche e i nasi finti dei clown. Il circo cambia volto e sostanza, e sotto il termine “nuovo circo” rinasce sposandosi con la danza, le acrobazie, e le coreografie spettacolari… senza far arrabbiare gli animalisti. In questo nuova vague, che va dal Cirque du Soleil al Cirque Eloize, si inserisce ‘Les 7 doigts’ (Le sette dita), compagnia di teatro-circo del Québec canadese che andrà in scena in Italia dal 27 al 30 ottobre 2016 all’Auditorium Conciliazione all’interno del Romaeuropa Festival con lo spettacolo Traces. Presentato più di 1700 volte in 25 paesi e in 200 città di tutto il mondo, premiato con numerosi riconoscimenti internazionali, viaggio adrenalinico tra danza e acrobazia, tra musica e street art, per un pubblico di tutte le età, Traces è ambientato in un rifugio di fortuna all’esterno del quale sta per consumarsi un’imminente catastrofe. “Le uscite di sicurezza sono ovunque, perché qualcosa di terribile potrebbe accadere”, annunciano Les 7 doigts all’inizio dello spettacolo. Ed è chiaro che il loro Traces è una sorta di visionario messaggio di fuga dalle ansie dell’evo odierno. L’unico modo per reagire alla catastrofe è rischiare, vivere la vita in modo totalizzante, anche quando ogni speranza sembra persa. Intrecciando passi di danza e performance circense alle esperienze privati dei singoli artisti in scena, i protagonisti dei 7 Doigts sfidano la gravità in acrobazie esplosive in cui si innestano elementi della urban culture come lo skateboarding ed il baseball.

Nei nostri spettacoli, abbiamo deciso di mettere sempre in risalto l’essere umano. Vogliamo che gli spettatori s’identifichino in noi e che ci riconoscano come simili: uomini con un nome e un cognome, un particolare timbro della voce, delle particolari forze e altrettante debolezze”, spiega la compagnia. “Vogliamo che gli spettatori si sentano vicini a chi è in scena, che si preoccupino per i rischi che ognuno di noi corre, che si emozionino con noi. Traces è l’apice di questo tentativo di umanizzazione. Durante tutto il corso dello spettacolo, infatti, gli artisti condividono con il pubblico dettagli intimi delle proprie vite: la loro provenienza, il loro carattere, alcuni aneddoti che caratterizzano il loro percorso”. L’ibridazione del nouveau cirque è quindi servita: “Questo circo contemporaneo si libera dei costumi, delle musiche e dei numeri che definivano il circo tradizionale, per trovare proficue fusioni con la danza e con il teatro. Certo, questi elementi non definiscono in modo esaustivo il “nuovo circo”. In fondo ogni definizione finirebbe per limitare la libertà che caratterizza l’essere contemporaneo di un linguaggio artistico”.

Il collettivo Les 7 Doigts è stato fondato nel 2002 sotto la guida di sette artisti circensi che tra l’altro hanno lavorato per il Cirque du Soleil e il Cirque Éloize: Isabelle Chassé, Shana Carroll, Patrick Leonard, Fawn Shane, Gypsy Snider, Sébastien Soldevila e Samuel Tétreault. Dal primo spettacolo del 2002, Loft, la compagnia nata a Montreal, ha messo in scena, e replicato all’infinito in questi anni, altri dodici spettacoli, tra cui nel 2007 il Project Fibonacci, dedicato al celebre matematico italiano. Il Nouveau Cirque è una disciplina artistica che dagli anni settanta/ottanta ridefinisce la performance en plein air sotto il classico tendone colorato parcheggiato nelle periferie cittadine dove i “freaks” modello La Strada di Fellini, assieme a spauriti leoni ed elefanti allontanati dal loro habitat naturale della savana, dettavano legge in materia fin dall’ottocento. I numeri rapidi costruiti attorno a brevi e separate gag dei pagliacci o saltelli degli animali nei cerchi di fuoco sono stati sostituiti da creazioni totali ed narrativamente omogenee, con un impianto drammaturgico in cui l’acrobazia e il numero coreografico, tra funi, cavi e oggetti mobili in scena, la fanno da padrone.

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