Sesso & Volentieri

Turismo sessuale, ecco come la Spagna batte Amsterdam e altre mete con i puticlubs

Più di 1500 case in tutto il paese, 45mila prostitute al lavoro, un giro d’affari annuale di 2 miliardi di euro che equivale allo 0,35% del Pil nazionale. Questi i numeri aggiornati al 2016 del paese che tra una sorta di limbo giuridico e una consuetudine di tolleranza ha scalato le classifiche di gradimento finendo addirittura tra il terzo e secondo posto tra le mete mondiali più gettonate in fatto di sesso come si legge in una inchiesta de El Mundo

di Davide Turrini

C’è qualcosa di meglio per il turismo sessuale di Thailandia, Brasile, Santo Domingo, o della sempreverde Amsterdam? Sì, la Spagna. È il prestigioso quotidiano iberico El Mundo a pubblicare un’inchiesta online dove si segnalano le “virtù” spagnole in fatto di ospitalità turistica a sfondo sessuale. Più di 1500 case in tutto il paese, 45mila prostitute al lavoro, un giro d’affari annuale di 2 miliardi di euro che equivale allo 0,35% del Pil nazionale. Questi i numeri aggiornati al 2016 del paese che tra una sorta di limbo giuridico e una consuetudine di tolleranza ha scalato le classifiche di gradimento finendo addirittura tra il terzo e secondo posto tra le mete mondiali più gettonate in fatto di sesso. “La Spagna ha superato Amsterdam ed è diventato il paese numero uno in Europa nel turismo sessuale. La prostituzione è completamente legale, quindi un sacco di persone, soprattutto stranieri, vi si affollano ogni anno”, hanno spiegato sul sito ladsholidayguide.com dove l’imperativo è quello di far “godere” il turista che usufruisce dei loro consigli di viaggio.

La città catalana di La Junquera, sei chilometri al confine con la Francia, nemmeno una ventina da Perpignan, è ricchissima nell’offerta di bordelli letteralmente a cielo aperto. Il Paradise, con oltre duecento entreneuse disponibili ogni sera, è il più grande locale del settore in Europa. 15 dollari all’entrata, ristoranti con cucina catalana, zone fumatori, servizio di sicurezza sempre presente, La Junquera ha un listino prezzi che si basa sulla cifra minima di 60 euro ogni mezz’ora, più 5 euro per il lavaggio della biancheria. Le stanze sono ultramoderne e iperaccessoriate come nemmeno in un hotel, oltre ad avere una cassa comune dove si paga prima di salire in camera. Stesso discorso vale nelle zone confinanti con il Portogallo, dove i cosiddetti “puticlubs” abbondano. Il Flowers, località Las Rozas, sull’autostrada che va da Madrid a La Coruna, sembra raccogliere sui siti spagnoli un eccellente punteggio non solo tra i madrileni e gli spagnoli, ma spesso anche dai turisti di passaggio. Se poi ci si addentra nella capitale, Madrid, ecco sbucare online talmente tanti puticlubs da perdere la testa.

“Abbiamo una rete enorme di bordelli, circa 1.500”, spiega a El Mundo Jorge Uroz Olivares, professore del Dipartimento di Sociologia presso l’Università di Comillas, che due anni fa, con il suo team ha eseguito uno studio sulla prostituzione e il traffico di donne per il ministero degli Interni. “Oltre a questi esiste una marea di appartamenti privati che nascondono le donne impegnate nella prostituzione, ma che vengono pubblicizzati con annunci personali o volantini in strada. L’offerta è enorme e, visto che la prostituzione non è vietata o punita per legge (il codice penale punisce solo chi sfrutta squillo minori di 18 anni ndr) la Spagna è diventata col tempo una destinazione molto allettante per il turismo sessuale. Qui da noi la prostituzione muove più soldi che per il traffico di droghe”.

“È come un bordello di lusso” spiega un utente “non spagnolo” recensendo online l’EvenOnce di Valencia. “Suoni. Entri. Ti accoglie una ‘madame’ che ti offre da bere. Poi ti mostra una selezione di donne. Il loro aspetto varia da un voto medio (6-7) a bello-sexy (9). Ne scegli una, vai in camera, ti metti d’accordo sul prezzo (60 euro l’ora). Mentre la ragazza va a prendere le lenzuola pulite puoi fare una doccia. Tutto è pulito e ordinato. Le ragazze sono simpatiche”. Chiaro che esiste anche una grossa fetta di sfruttamento della prostituzione gestita da mafie su ragazze africane, sudamericane e dell’Est Europa, ma sulle pagine di El Mundo non sembra essere l’elemento più importante dell’approfondimento sulla risorsa turistica nazionale. Quando invece sono i prezzi concorrenziali, i servizi eccellenti, e la competitività con altre mete europee e asiatiche, ad essere messe in risalto con un certo sciovinismo. “Non sappiamo se ci sono già pacchetti turistici sessuali per la Spagna”, commenta la sociologa Maria José Barahona. “Ma a breve li avremo. Oramai siamo nelle rotte del turismo da bordello”.

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