Comincia a prendere forma il fascicolo della Procura di Milano sui conti del gruppo Sole 24 Ore. A tre settimane dalla notizia di un buco da 50 milioni di euro e a due giorni dall’ispezione Consob con il supporto della Guardia di finanza, che in passato aveva ricevuto più esposti sulle anomalie di alcune operazioni, c’è l’ipotesi iscritta nel registro delle notizie di reato. È, naturalmente, il falso in bilancio. Però ora non ci sono indagati, ma il pm di Milano Fabio De Pasquale, titolare dell’indagine, ha disposto l’acquisizione dei bilanci degli ultimi anni presso Kpmg, la società che ha certificato i conti del gruppo.

Nei giorni scorsi la procura di Milano aveva ricevuto un esposto dell’Adusbef sulla gestione della società con le ipotesi dei reati di falso in bilancio e false comunicazioni sociali, che in parte ricalcava un documento analogo presentato nel 2010 dai membri del sindacato interno dei giornalisti, tra i quali Nicola Borzi. Lo stesso che, sempre in qualità di azionista oltre che dipendente dell’editrice, il 5 e il 7 ottobre del 2016 ha presentato all’authority di vigilanza sui mercati due nuovi esposti incentrati sul caso delle vendite digitali del quotidiano. L’Adusbef chiedeva alla magistratura di indagare, oltre che su presunte ipotesi di reato degli amministratori del Sole 24 Ore, anche sulla presunta omessa vigilanza della Consob. Per l’associazione dei consumatori l’ispezione di mercoledì 19 ottobre arriva con un ritardo di oltre 5 anni.

I bilanci raccontano una parabola calante, come ha raccontato il Fatto Quotidiano. Quando il gruppo si quotò – 6 dicembre 2007 – aveva un valore di Borsa di 750 milioni, oggi ne vale 51. Il patrimonio netto era di 347 milioni e oggi è di 28 milioni. La posizione finanziaria netta, cioè soldi in cassa, era positiva per 149 milioni mentre oggi è negativa per 30 milioni. Le perdite cumulate superano il miliardo di euro. Dove sono finiti questi soldi e come è stato possibile che nessuno, dai presidenti ai componenti dei collegi sindacali, se ne sia accorto? Che qualcosa non funzionasse è emerso ufficialmente solo qualche mese fa quando è arrivato il nuovo ad Gabriele Del Torchio.

Intanto dopo le dimissione del cda, presieduto da Giorgio Squinzie la nomina pro tempore di Carlo Robiglio e Luigi Abete, due giorni fa Confindustria ha depositato la propria lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione: Giorgio Fossa è indicato come candidato presidente e Luigi Gubitosi, Patrizia Micucci e Livia Salvini come amministratori indipendenti. In lista anche Giuseppina Mengano Amarelli, Marcella Panucci, Massimo Tononi, Luigi Abete, Edoardo Garrone, Carlo Robiglio e Francesca Di Girolamo.

Articolo Precedente

Equitalia soppressa? Cambia solo il nome, restano gli oneri di riscossione. Decisi l’anno scorso dal governo Renzi

next
Articolo Successivo

Pensioni, nei primi nove mesi del 2016 calano del 26,5% i nuovi assegni erogati

next