C’è chi le ha usate, gioco forza, per decenni, chi le ha conosciute soltanto dopo l’avvento del GPS e delle relative applicazioni di navigazione: le classiche mappe cartacee appartengono forse alla storia, ma il loro fascino – insieme alla loro intrinseca utilità – le rende tuttora vive più che mai. A dispetto dell’avvento del GPS e delle applicazioni di navigazione alla Google Maps.

Le vecchie cartine restano amate da un pubblico più ampio di quanto si possa pensare, a dispetto dell’imperante tecnologia digitale. In primo luogo in America, patria dell’informatizzazione e dei sistemi digitali. Tanto che lì, le classiche mappe e guide TripTik di carta con legatura a spirale di plastica sono più diffuse e popolari che mai. Secondo il canale digitale della BBC, che ne dà notizia, questa realtà… “vecchio stile” è forse persino indicativa delle tendenze mondiali dell’ultimo periodo, che registrano una sorta di ritorno alla carta dopo oltre un decennio di rivoluzione dell’editoria digitale che ha fiaccato la forza vitale di libri, giornali e riviste in foglio.

La mappa, in particolare, offre un rapporto del tutto particolare con l’utente, come si può intuire tenendone una in mano ed osservandola per qualche minuto: visione d’insieme, il senso di aver tutto sotto controllo e non “fuori quadro” rispetto alla schermata del tablet, pc o smartphone, il conforto che non si perda nulla indipendentemente da chiamate o messaggi od altre interazioni che si ricevono nel frattempo e, non ultimo, dallo stato di carica del dispositivo.

Ma specie negli Stati Uniti, dove sono nate le mappe TripTik, buona parte del loro perdurante successo è dovuto anche al lato “guida”: la pubblicazioni sono da sempre messe a disposizione gratuitamente dall’American Automobile Association (AAA, un po’ come il nostro ACI) ai loro associati ed includono meticolose (e molto serie) annotazioni di viaggio compilate da professionisti, che includono notazioni turistiche, avvisi di costruzione, luoghi di vitto e alloggio con relativi giudizi, attrazioni ed altro ancora.

Il fatto è, illustra BBC, che usando la navigazione digitale per programmare un viaggio, in fondo si è influenzati dal semplice raggiungimento della destinazione, perdendo gran parte del piacere – e delle opportunità – di andare in giro esplorando il territorio. Non solo. Ancora oggi, a differenza di gran parte delle applicazioni di viaggio e siti che dipendono da recensioni realizzate solo dagli utenti, la forza del servizio offerto dall’AAA si basa ancora sul lavoro di persone addestrate ad applicare criteri uniformi per la valutazione di hotel e ristoranti in base alle preferenze dei consumatori.

Ma in Europa? Anche qui, secondo il portale britannico, c’è una tangibile ripresa del comparto cartaceo, proprio in questo ultimo paio d’anni. In Gran Bretagna, infatti, si è registrato un aumento del 7% nelle vendite di mappe in carta già nel 2015 rispetto all’anno precedente, in netta controtendenza rispetto al generalizzato andamento del comparto editoriale. Insomma, c’è un ritorno di fiamma su scala globale per mappe di carta, atlanti e guide di viaggio, arricchiti di contenuti e servizi differenziati rispetto all’offerta digitale, Google Maps in testa.

Esiste nondimeno una convergenza di interessi, una vera e propria collaborazione, quanto meno negli Stati Uniti proprio tra la stessa Google ed AAA, ad esempio a livello di informazioni per la pianificazione stagionale di certi itinerari molto richiesti in determinati periodi dell’anno. Si torna dunque  ad assaporare l’enorme interezza del mondo reale là fuori, dopo l’indigestione da… piccolo “universo digitale” del proprio smartphone. Ed è solo un gran bene, tornare a guardare verso l’alto e tutt’attorno.

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