Da possibile parte civile nel processo sulle feste di Arcore a imputata. Per Ruby Rubacuori, la ragazza marocchina spacciata invano per la nipotina di Mubarak, è arrivata il primo vero guaio giudiziario. Il rinvio a giudizio per il terzo filone dell’inchiesta sulle cene eleganti: quello che riguardava le bugie dette da lei (“mai rapporti sessuali”) e da alcuni testimoni (“erano solo cene eleganti”) nel corso degli altri due processi, quello per Mora, Fede e Minetti e quello contro Berlusconi che è stato assolto dalla Cassazione. Il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Laura Marchiondelli, ha rinviato a giudizio Karima El Mahroug a processo. E ha mandato alla sbarra altre 22 persone tra cui il suo ex avvocato Luca Giuliante, il giornalista Carlo Rossella, la senatrice Mariarosaria Rossi e tutto lo stuolo di ragazze ospiti delle feste. Il dibattimento si aprirà il prossimo 11 gennaio davanti alla X sezione penale del Tribunale. Gli imputati sono accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. La posizione di Silvio Berlusconi in questo procedimento è stata stralciata per motivi di salute. Ruby, secondo gli inquirenti, avrebbe intascato  circa 7 milioni di euro dall’ex Cavaliere in cambio del suo silenzio ai processi. Altri 3 milioni di euro, da quanto è emerso dalle indagini, dalle email, dalle intercettazioni, da messaggi e scambi su Whatsapp, sarebbero andati invece ad altre ‘Olgettine’, che avrebbero aggiustato i loro racconti sulle serate. Il gip aveva archiviato invece la posizione di altri 13 indagati tra cui gli avvocati di Berlusconi e parlamentari di Forza Italia Niccolo Ghedini e Piero Longo.

I pagamenti alle Olgettine
Secondo gli inquirenti il pagamento più leggero elargito da Berlusconi era quello per Ioana Visan: solo 55 mila euro. Quello più pesante sarebbe finito nelle tasche di Alessandra Sorcinelli: 240 mila euro. In mezzo c’è di tutto: i contanti a Barbara Faggioli, i contratti di lavoro fasulli e l’affitto pagato a Marysthell Polanco, gli assegni circolari a Barbara Guerra, la Fiat 500 regalata a Manuela Ferrera e perfino le spese sanitarie del San Raffaele, gentilmente omaggiate a Francesca Cipriani. E agli atti del processo finiranno anche anche audiovideo in cui le ragazze al telefono chiedono ricompense in cambio del silenzio. Pagamenti dal novembre dal 2011 fino al marzo del 2015. Anche se si sono aggiunte nuove contestazioni perché secondo la Procura di Milano i pagamenti sarebbero proseguiti anche oltre.

Le indagini e il capitolo Ruby
Ma il capitolo Ruby è la parte più consistente di una storia fatta di bonifici a sei zeri, assegni circolari e contanti, tanti contanti. Parecchio cash, secondo i pm, è finito nelle tasche dell’avvocato Giuliante, primo legale di Ruby, che per lei gestiva parte del denaro proveniente dalle casse del patron Mediaset: almeno 350mila euro, tutti liquidi. Poi la figura di Giuliante passa in secondo piano, e a gestire i soldi che Berlusconi dà della ragazza di origine marocchina arriva Luca Risso, il suo ex compagno. È Risso che gestisce il trasferimento in Messico della coppia, “finanziato con 320 mila euro” dall’ex Cavaliere. Ed è sempre Risso che si adopera per acquistare un ristorante nello Stato centro americano, investendo anche due milioni a Dubai tramite la Playa Cooperation: un modo per fare passare quel denaro come “di sua proprietà”, ed è per questo che oggi è accusato di riciclaggio.

Il bunga bunga? “Era una barzelletta”
Denaro proveniente da B, e cioè 10 mila euro in contanti, è arrivato anche ai genitori di Risso, che accudivano la figlia di Ruby. Poi ci sono i bonifici fatti dall’ex Cavaliere su conti esteri per circa 5 milioni di euro: tutto affinché Ruby negasse di aver fatto sesso con lui, rimangiandosi anche quella dichiarazione sui soldi ricevuti per “passare per pazza, ossia per mentire nel corso dei dibattimenti”. Ma non c’è solo Ruby nell’inchiesta dei pm di Milano. Perché l’ex premier paga anche le altre ragazze presenti alle cosiddette “cene eleganti”. La sala da lap dance ad Arcore? Era solo una sala da ballo. Gli after a base di spogliarelli e sesso? Solo qualche danza dopo cena, qualche trenino allegro. Il bunga bunga? Un’innocente barzelletta. Bastava che il leader di Forza Italia aprisse il libretto degli assegni ed ecco che le ragazze “falsamente negavano” ogni particolare di quelle cene dopo aver giurato in tribunale. Oppure, neanche ci andavano in tribunale: è il caso di Iris Berardi che si era nascosta nel suo appartamento per sfuggire alla polizia giudiziaria. Il denaro arrivava alle ragazze in tutti i modi possibili: assegni circolari, bonifici, contanti, affitti di casa, automobili, spese mediche, contratti di lavoro fittizi.

In un caso, addirittura, l’ex presidente del Consiglio, secondo gli inquirenti, faceva avere il denaro alle ragazze tramite i loro genitori. È il caso delle gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo, che ricevono bonifici a cinque zeri (62 e 40 mila euro) dal conto corrente del padre Enzo, ma in realtà sono soldi che per i pm arrivano dai conti dell’ex premier. I legali di B sostengono che tutti quei soldi erano solo “un atto di generosità” nei confronti delle Olgettine. Sono smentiti però dai pm. “Il materiale probatorio è tale – avevano  spiegato gli inquirenti – che vanifica l’ipotesi difensiva”. Agli atti dell’indagine ci sono “intercettazioni, documenti contabili, filmati coi telefonini, contratti di lavoro” che dimostrano l’esistenza di un “accordo corruttivo” stretto tra Silvio Berlusconi e le ragazze. Ma non solo. I video con tanto di dialoghi registrati, sono stati archiviati nei pc di alcune delle 21 giovani. Dai filmati, girati in modo artigianale dalle ospiti a villa San Martino con i loro cellulari, secondo quanto trapelato, si evince che l’ex premier avrebbe rassicurato le ragazze circa gli aiuti economici, come lui stesso li ha sempre definiti, che sarebbero poi arrivati. Oltre ai filmati, a confermare i versamenti hanno raccolto anche messaggi WhatsaApp, foto e molti documenti.

Le posizioni di altri personaggi coinvolti nell’inchiesta invece erano state rinviate dal giudice ad altri Tribunali. E così a Milano era rimasto il leader di Forza Italia mentre era stata trasmessa a Roma la posizione di Mariano Apicella, a Monza quella delle showgirl Elisa Toti e Aris Espinosa, a Pescara l’ex meteorina Miriam Loddo, a Treviso la bionda ex protagonista del Grande Fratello Giovanna Rigato, a Siena il pianista Danilo Mariani e a Torino la soubrette Roberta Bonasia.

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