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Crozza: “Capite a cosa mi riduce Renzi? A dare dell’onesto a Berlusconi. Siamo al paradosso”

di F. Q.

Copertina di Maurizio Crozza, che apre la nuova puntata di Dimartedì (La7), calandosi nei panni di Renzi e rivolgendosi al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ospite in studio: “Ciao Pado! Io tolgo le ‘more’ come atto di ‘A-more’. Come diceva quell’altro gran fiorentino prima di me: ‘Le mor che non pagate Amor condona’. Quelli che pagano sempre le tasse? Mi odiano. Ormai non li recupero più. Sono tutti per il NO. Perché, signori miei, governare significa anche avere il coraggio di fare delle scelte impopolari. Tipo stare sul cazzo agli onesti“. Il comico torna nei suoi panni e commenta: “Ministro, la prego, votiamo subito. Tra bonus e condoni, se aspettiamo il 4 dicembre, Renzi per qualche voto in più è capace anche d’inventarsi gli incentivi per chi parcheggia sui marciapiedi, i buoni benzina per gli spalloni e la detrazione fiscale sui controsoffitti costruiti per nascondere il nero. La chiusura di Equitalia non è un condono. E’ vero che si aboliscono tutte le sanzioni e si azzerano tutti gli interessi sulle sanzioni come un condono. Ma non è un condono”. E aggiunge: “E che minchia è allora? Lo ha detto ieri il viceministro dell’Economia Zanetti: è un aiuto alle famiglie. Degli evasori. Ma sono sempre famiglie. Sono 43 anni che in Italia si fanno condoni fiscali. Il primo è del 1973 con Emilio Colombo. Infatti, ogni anno alle isole Cayman festeggiano il Columbus Day. In qualche modo, due Colombo hanno cambiato la storia: Cristoforo ha scoperto i pellerossa ed Emilio ha coperto i conti in rosso. Poi abbiamo avuto altri 5 condoni, con Spadolini, con Andreotti, con Dini. E due con Berlusconi“. Crozza rincara: “Però almeno Berlusconi era onesto. Li chiamava ‘condoni, non ‘aiuti alle famiglie’. Era onesto? Che cazzo ho detto? Ma capite cosa mi fa dire Renzi? Mi fa dare dell’onesto a Berlusconi. Siamo al paradosso. E ogni volta che facevano un condono, ci dicevano che sarebbe stato l’ultimo. Sembravano dei tossici. Il nostro non è un Paese, ma da 40 anni è una gigantesca comunità di non recupero dei crediti. In Italia un commercialista bravo è quello che ti aiuta a non fare l’errore di pagare le tasse. E così” – continua – “l’evasione fiscale in Italia è salita a 109 miliardi all’anno, ci batte solo la Grecia, quel Paese florido rimasto con due olive, di cui una da restituire ai tedeschi. I dati dicono che per ogni due italiani che pagano le tasse, tre non versano niente. Altro che ‘Cambia verso’, qui è ‘Non verso un cazzo'”

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