Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica così magnanima da perdonare chi mi ha insultato per aver detto che il Napoli non vincerà mai lo scudetto quest’anno e, se Sarri arriverà secondo, meriterà statue equestri. Purtroppo non sbaglio mai e, se sbaglio, non ero io ma un refuso di Mario Lavia. Altre considerazioni.

1. Dopo Inter-Juve, la Juve ha fatto 12 punti su 12 e l’Inter 4, perdendo peraltro le ultime due. Dove sono quelli che, due settimane fa, mi hanno augurato la morte per avere osato scrivere che l’Inter si era puntualmente spenta dopo “l’impresa”? Mentre gli altri hanno un orgasmo l’anno, e te lo fanno pure passare per l’amplesso della vita, la Juve le vince tutte e lascia il sangue dei vinti sul selciato. Il resto son pareri di Baricco su Dylan, cioè seghe mentali.

2. Bella persona però Icardi, dai.

3. Prima che lo psicodramma avvolgesse i nerazzurri, con la solita trama da tragedia quasi greca e gli “intertristismi” pronti a finire in un nuovo libro di Severgnini, l’Inter aveva pure giocato un buon primo tempo. Ma tutto è poi andato perduto, come Nardella nella pioggia.

4. Donadoni non bestemmiava così dai tempi delle botte col Malines

5. Sarri, smarrendo Milik, ha perso tantissimo. Oltretutto, con le difese schierate, il Napoli soffre da morire e non c’è più Higuain. Gabbiadini è forte, ma richiede un tempo d’attesa che questa squadra non può forse permettersi. Un lusso, e quindi un errore, tenere in panchina Mertens. Senza il delirio di Koulibaly avremmo visto un’altra partita, ma è anche vero che se mio nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato come minimo una Lamborghini.

6. Napoli-Roma è stata bellissima e Fabio Caressa non ha mancato di ricordarcelo 787 volte. Ascoltiamolo: “Il pendolo della gamba”, “Stiamo vedendo alcuni slomo”, “Aveva il compasso massimo delle gambe”, “Ecco la gioia claudicante di Nainggolan, “Palla a Yuuuuuuusai”, “Piottttrrrrrr Zielinski”, “Secondo me Salah poteva andare a fare le Olimpiadi per l’Egitto e fare il tempo sugli 800 metri, eh eh eh”. L’umanità non ha speranza.

7. Il Milan si ritrova secondo e neanche lui sa come. Dopo l’umiliazione invereconda con l’Udinese ha macinato punti (mentre l’Udinese è morta). Sabato i ragazzi di Montella verranno maciullati orrendamente, ma sin qui c’è da gridare al miracolo. Niang gioca a strappi, e anche ieri ha perso per strada il pallone dodici volte nei suoi contorsionismi da Moira Orfei in corsa, ma sa toccare vette inaudite: è l’unico insostituibile di questo Milan. Bonaventura mi piace anche quando gioca male, quindi non faccio testo (e nel secondo tempo ha giganteggiato). Bella la dedica a Montolivo (auguri). Decisivo Kucka, non solo per il gol, arrivato quando la partita la stavano facendo (sterilmente) i padroni di casa. Il Chievo non perdeva al Bentegodi da gennaio, il Milan non era secondo dopo otto giornate dallo Statuto Albertino.

8. Il Sassuolo, con i tre punti frodati dalla giustizia, sportiva sarebbe davanti al Napoli. E il Pescara ha più sfiga di Crisantemi.

9. L’attacco della Fiorentina mi ricorda l’erotismo della Lorenzin.

10. Le autobiografie a 23 anni si scrivono solo se ti chiami Jimi Hendrix o Syd Barrett. Altrimenti è molto meglio il silenzio. Se poi scrivi cose tipo “Porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano sul posto”, convinto di essere un mix tra Clint Eastwood e Scarface, il minimo che meriti è una quantità di vaffanculo che ne basterebbero anche solo la metà. Caro Icardi, parafrasando il maestro di Renzi: sei più rigorista che simpatico.

P.S. Lo so, si deve ancora giocare Palermo-Torino, ma stasera ho un’orgia sadomaso con Rosario Dawson e Abigail Spencer. Dobbiamo provare nuove varianti di trampling. Roba forte. Quindi passo. A lunedì.

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