“Strani tempi questi, in cui i laici devono spiegare ai preti il catechismo”. Questa l’accusa che Eugenio Maineri, vicesindaco di Ceriale (Savona), ha lanciato al parroco don Antonio Cozzi, ritenuto “colpevole” di aver offerto il salone parrocchiale per il rinfresco dopo la celebrazione della prima unione civile del paese: quella tra Fernando e Salvatore, negozianti conosciuti e benvoluti da tutti in paese come in parrocchia. Contattato telefonicamente, don Cozzi preferisce stendere un velo pietoso su quella che ritiene una strumentalizzazione. Ma sono i dretti interessati a raccontare come è andata: “Temevamo che Maineri potesse far saltare tutto, invece i parrocchiani ci sono stati vicini e abbiamo festeggiato senza problemi. E’ stato un momento bellissimo e partecipato”. Pare che il “comune sentire” del paese sollevato dal vicesindaco in realtà non esista proprio. E lui si difende così: “Da ragazzo militavo nel Fronte della Gioventù, sono abituato da sempre ad andare controcorrente, sono sicuro che in paese in molti la pensano come me, anche se ora non parlano per convenienza”  di Pietro Barabino

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