Ormai sul fronte libri, tra Milano e Torino, è scontro aperto. Lo scorso 5 ottobre, in un’affollatissima conferenza stampa, l’Aie-Associazione Italiana Editori e La Fabbrica del Libro – una nuova società costituita da Fiera Milano e da Ediser che a sua volta è la società di servizi dell’Aie – hanno presentato Tempo di Libri la manifestazione dedicato al libro che si svolgerà a Rho-Fiera Milano dal 19 al 23 aprile 2017. Il 14 ottobre Torino ha risposto precisando che il Salone del Libro si terrà, il nuovo presidente è lo scrittore Nicola Lagioia che pubblica con Einaudi, vi saranno quattro aree tematiche e presto saranno comunicate date e programma.

E io sono convinta che, come è stato annunciato per Tempo di Libri, gli ebook avranno un posto in prima fila anche al Salone di Torino.

A Milano ci sarà una persona con una sua équipe totalmente dedicata al digitale, ancora non se ne conosce il nome, però la presidente di La Fabbrica del Libro Renata Gorgani si è lasciata scappare che, probabilmente, il mistero sarà svelato al Salone del Libro di Francoforte. E io aggiungo che potrebbe essere una personalità internazionale.

Ancora una curiosità su Milano. Anche vi qui vi saranno diverse aree tematiche, ma il programma generale sarà coordinato da Chiara Valerio. Scrittrice, ha pubblicato con diverse case editrici ed ora è nella scuderia Einaudi, oltre a collaborare con radio, televisioni e numerosi testate giornalistiche.

Insomma si preannuncia uno scontro tra titani. Tutto dipende da quanto investiranno le case editrici nelle due manifestazioni: privilegeranno la tradizione con la sua storia trentennale o si tufferanno nella novità con la promessa di coinvolgere tutta la Città di Milano e alcuni comuni limitrofi come avviene per la moda e il design?

Per quanto mi riguarda, spero che le squadre che si dedicheranno al digitale – a Milano e a Torino – propongano un programma interessante, che tenga conto anche dell’autopubblicazione, un fenomeno che negli Stati Uniti registra una crescita del 21% circa anno su anno. Il dato è stato rilevato analizzando i codici da Bowker, l’agenzia del governo Usa che si occupa della gestione degli Isbn-International Standard Book Number ovvero il numero di riferimento internazionale del libro. Insomma gli autori stanno sempre più cercando spazi slegati dagli editori, e questa ricerca è molto attiva anche in Italia. Nel nostro Paese a volte è una scelta forzata, in attesa di attirare l’attenzione di qualche editore blasonato. In ogni caso genera business, ne sa qualcosa la società di Amazon che è la leader di questo mercato.

Di Diego Piacentini, l’attuale Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, ho scritto in un post recente augurandogli miglior fortuna dei suoi predecessori. Paolo Barberis suo collaboratore e Consigliere per l’Innovazione del Presidente del Consiglio dal 2014, ha reso noto che in dodici giorni al Team per la Trasformazione Digitale sono arrivati, attraverso il sito, ben 3455 curricula a cui si aggiungono centinaia di email e contatti diretti attraverso i social. Forse qualcosa si sta finalmente muovendo anche in Italia?

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