Dopo tanta attesa, ad inizio settembre il Consiglio di Stato ha annullato la maxi multa dell’Antitrust contro il presunto cartello degli armatori privati del Golfo di Napoli (secondo il Garante, invece di farsi concorrenza si mettevano d’accordo). Giustizia è fatta? In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni, ecco alcuni elementi che fanno riflettere sul regime di piena concorrenza esistente nel golfo di Napoli e Salerno.

Sugli aliscafi e traghetti della (ex) Caremar, fino a poco tempo fa unica compagnia pubblica, oggi ceduta (i malpensanti diranno regalata) dalla Regione agli ex concorrenti Medmar e Snav, è possibile sfogliare una simpatica rivista al cui interno giornalisti d’assalto svelavano le malefatte della compagnia (concorrente) Alilauro con un’intervista “al vetriolo” alla figlia di Salvatore Lauro, responsabile della relazione con i clienti della compagnia di famiglia. Il titolo, per il quale l’autore rischia una denuncia per diffamazione da parte dell’interessata, è il massimo della provocazione: “MariaCeleste Lauro: numero uno al mondo”.

Vogliamo poi parlare dell’inchiesta dell’Antitrust? Portata avanti per anni, a quanto pare secondo il Consiglio di Stato non poggiava su alcuna base solida che potesse comprovare l’effettiva intesa a scapito della concorrenza tra gli armatori del golfo.

Secondo l’Antitrust gli armatori si sarebbero riuniti in un cartello, che, sotto la sigla Acap avrebbe coordinato il loro modus operandi. Che poi a denunciare la maxi multa del Garante e ad annunciare ricorso al Tar gli armatori lo abbiano fatto sotto la sigla Acap (Associazione Cabotaggio Armatori Partenopei)… per il Consiglio di Stato si sarà trattato semplicemente di coincidenze e coordinamento organizzativo, al fine di evitare una miriade di comunicati stampa e dichiarazioni dei diversi armatori quando, per una volta, si trovavano tutti d’accordo e non si facevano guerra (pardon, concorrenza), tra loro. Mica basta un logo e un nome comune per dar vita ad un cartello?

Il Consiglio di Stato è l’organo supremo della giustizia amministrativa e ci si augura che nessuno avrà voglia di contestare questa decisione giusta e saggia. Le malelingue ora metteranno in giro per l’ennesima volta la storia trita e ritrita delle crociere offerte dall’armatore della Medmar, Nicola D’Abundo a “magistrati, generali dei carabinieri, gente dello spettacolo e tanti altri”). Magari riprendendo, parola per parola, il verbale delle sue dichiarazioni in Procura, dove affermò: “Ribadisco che ho offerto a Papa una crociera di diversi giorni in Tunisia insieme a tantissime altre persone; c’erano magistrati, generali dei carabinieri, gente dello spettacolo e tanti altri; nessuno pagò”. Da quando fare regali a giudici, generali dell’Arma e politici è un reato? E quale reato poi? Un privato può regalare ciò che vuole a chi vuole, anche se ha in concessione un servizio pubblico come delle tratte marittime o degli obblighi di pubblico servizio. Ci mancherebbe!

E bene ha fatto anche Alilauro a fare regali a destra e a manca, come al sindaco di Capri, Giovanni De Martino, che ingrato, l’ha rifiutata con tanto di lettera ufficiale pubblicata sulla propria pagina Facebook, giusto per far un po’ di casino ed ergersi a paladino del popolo.

Speriamo che si possa mettere la parola fine su questa vicenda durata anche troppo a lungo e che gli armatori possano continuare a lavorare in modo sereno, distribuendo regali, pardon… posti di lavoro (sempre che non si facciano venire strane idee in testa) e garantendo un servizio efficiente a prezzi concorrenziali come han sempre fatto finora.

Un consiglio all’Antitrust: la prossima volta faccia tesoro di quanto accaduto, non è la prima volta che Tar e Consiglio di Stato annullano le maxi multe del Garante. Un motivo ci sarà!

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