David Thouless, F. Duncan M. Haldane, J. Michael Kosterlitz, Sir J. Fraser Stoddart, Oliver Hart e Bengt Holmström. Cosa hanno in comune gli ultimi vincitori del Nobel per la Fisica, la Chimica e l’Economia? Ognuno di loro lavora, insegna o si occupa di ricerca negli Stati Uniti, pur non essendo nato lì. La Casa Bianca con un tweet ha commentato: “Siamo il Paese dove sei dei nostri scienziati e ricercatori hanno vinto i premi Nobel – e ciascuno di loro era un immigrato”.

Il presidente Barack Obama, che giovedì 13 ottobre era alla conferenza sul futuro dell’innovazione The White House Frontiers, ha ribadito l’importanza della scienza: “In quanto americani, l’innovazione è nel nostro dna. La scienza sarà fondamentale per il nostro progresso. Obama a Pittsburgh ha incontrato anche Nathan Copeland, un uomo sulla sedia a rotelle che grazie all’ultima invenzione dei ricercatori dell’Università di Pittsburgh e il Pittsburgh Medical Center ora riesce a controllare con il pensiero il suo braccio robotico. Dieci anni fa un terribile incidente lo immobilizzò. I medici sono riusciti a collegare la mano robotica direttamente al cervello di Copeland permettendogli di sentire lo stimolo nervoso che ricevono le dita quando stringono una mano. “È fantastico. Sono molto orgoglioso di tutti voi”  ha commentato il presidente degli Stati Uniti.

 

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