Boko Haram ha liberato 21 ragazze – tra le oltre 200 che erano state rapite nella notte tra il 13 e 14 aprile 2014 – e la maggior parte di loro “hanno dei bimbi”, scrive la Bbc. La notizia della “consegna delle giovani donne della città di Chibok alle autorità governative nigeriane” arriva dalla Croce Rossa Internazionale in Africa che ha avuto un ruolo “in qualità di intermediario neutrale”. Il quotidiano online The Nation, citando una fonte locale, riporta che si sono verificate scene di gioia a Chibok, dove vivevano le ragazze prima di essere rapite dai fondamentalisti islamici.

Molti familiari delle studentesse, di età compresa tra i 16 e i 20 anni, in maggioranza di fede cristiana, sono però ancora in attesa di avere dettagli più precisi sull’identità delle ragazze. “I nomi delle giovani liberate saranno resi noti il prima possibile”, ha annunciato un funzionario della presidenza nigeriana.”Tutte le ragazze, tranne tre avevano dei bimbi”, ha aggiunto l’Ap, citando una fonte che ha visto le giovani. Il quotidiano nigeriano Daily Post ha invece scritto che “ci sono indicazioni che la maggior parte delle 21 ragazze potrebbero essere incinte”. Ma il giornale precisa di non essere in grado di verificare la notizia. Il 19 maggio scorso un’altra ragazza, Amina Ali Nkeki, era stata ritrovata viva nella foresta di Sambisa, vicino al confine con il Camerun.

Giallo su un eventuale scambio di detenuti tra le forze dell’ordine nigeriane e i fondamentalisti islamici. In un primo momento, il ministro dell’Informazione e della Cultura, Lai Mohammed, ha dichiarato che il governo non ha rilasciato prigionieri membri di Boko Haram per ottenere la liberazione delle ragazze. Ma poi il portavoce del presidente Buhari ha rivelato che i negoziati sono ancora in corso. Una fonte anonima, che conferma la tesi dello scambio di detenuti, ripresa dalla Bbc ha però riferito che quattro militanti del gruppo fondamentalista sono stati consegnati in cambio delle giovani. Le operazioni sono state effettuate sotto la supervisione della Croce Rossa Internazionale, che, insieme al governo svizzero, ha preso parte alle trattative tra il governo e il gruppo terrorista. Le studentesse, trasferite nella città di Maiduguri, si trovano sotto la custodia delle forze di sicurezza.

“Riesco solo a piangere, ora. Sapete, quel genere di pianto che è un miscuglio di tante emozioni”, ha scritto in un tweet Obiageli Ezekwesili, uno dei leader del movimento #BringBackOurGirls, una delle più grandi campagne lanciate sui social media per chiedere la liberazione delle 267 studentesse rapite nel 2014.

Il governo nigeriano ha poi fatto sapere che le operazioni militari contro l’organizzazione terroristica continueranno fino all’eliminazione del gruppo fondamentalista. Nell’aprile scorso, esattamente due anni dopo il rapimento, la Cnn aveva pubblicato un video che mostrava che alcune delle ragazze sequestrate erano ancora vive.

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