Gli accordi si rispettano, costi quel che costi. Parola di Mediaset, che a valle del braccio di ferro con Vincent Bolloré sull’intesa, poi disattesa, che avrebbe dovuto portare la pay tv di Cologno Monzese nelle mani di Vivendi, ha chiesto il sequestro di un pacchetto di azioni del gruppo francese primo azionista di Telecom Italia per un ammontare pari a quanto pattuito per la compravendita di Premium. Lo riferisce l’Ansa precisando che l’istanza cautelare riguarda il 3,5% di azioni proprie di Vivendi. Per discutere il ricorso il giudice civile di Milano Vincenzo Perrozziello ha fissato udienza l’8 novembre mentre al momento l’intera causa sul mancato perfezionamento del contratto rimane fissata per il 21 marzo.

La mossa arriva nel giorno in cui il titolo Mediaset ha accusato in Borsa un crollo del 3,99% in scia alla pubblicazione, sul Messaggero, dei verbali dell’assemblea dei soci di Premium dello scorso 21 settembre dai quali emerge la necessità non solo e non tanto di rivedere il perimetro della società, quanto soprattutto la necessità pressante di una ricapitalizzazione della stessa. Colpa di una perdita che il 30 giugno scorso è arrivata a 100,7 milioni di euro portando in negativo il patrimonio di Premium. La copertura, in parte già avviata a fine maggio, è stata trovata attingendo alle riserve, azzerando il capitale per 30 milioni e approvando una doppia ricapitalizzazione fino a un totale di 141 milioni di euro.

Del resto a puntare il dito nella piaga della situazione di Premium era stata la stessa Vivendi quando, dopo la rottura del fidanzamento a fine luglio aveva dichiarato che il disaccordo con Mediaset “riguarda il business plan di Mediaset Premium”, che secondo le analisi del gruppo francese “si basa su ipotesi irrealistiche” nel fissare al 2018 il limite per il ritorno all’equilibrio operativo.  La posizione del gruppo francese sarebbe stata corroborata anche dal rapporto di analisi dei conti stilato da Deloitte a inizio giugno 2016, secondo cui “il business plan di Mediaset Premium pare irraggiungibile e avrebbe bisogno di essere rivisto seriamente al ribasso per essere realista”.

Da allora nessun accordo è stato formalmente raggiunto ed è passata anche la scadenza del 30 settembre per perfezionare il contratto. Pochi giorni prima il cda di Mediaset aveva chiesto ai vertici aziendali di agire con la massima tempestività nel contenzioso con i francesi. Cologno ha stimato i danni in 50 milioni per ogni mese di ritardo nell’adempimento dell’accordo e l’azionista Fininvest in “una cifra non inferiore a 570 milioni di euro”. Il Biscione che ha chiesto al giudice di imporre ai francesi di osservare l’intesa, sostiene infatti che il contratto sia blindato.  E così il giudice Perozziello dopo il sequestro dovrà valutare una richiesta di danni che complessivamente ammonta a 620 milioni di euro, ma che potrebbe lievitare oltre i 2 miliardi di euro.

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