Dopo quasi una settimana dal terribile uragano Matthew che ha devastato Haiti uccidendo più di mille persone, la Fondazione Francesca Rava ha lanciato un appello per aiutare la popolazione in difficoltà. Intere città sono state distrutte e circa 60mila persone hanno lasciato le proprie case devastate dal ciclone. Attualmente vivono in centri di accoglienza temporanei. L’uragano Matthew è stato il peggior disastro naturale ad avere colpito Haiti dal terremoto del 2010, che uccise 220mila persone.

“Qui è una devastazione totale, gli alberi sono stati spazzati via, sembra un deserto senza riparo dal sole, i bambini dormono sugli alberi rovesciati a terra per non finire nel fango” ha raccontato Padre Rick Frechette, medico in prima linea, da 30 anni Direttore di NPH in Haiti, l’organizzazione umanitaria internazionale rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava.

L’associazione sta operando nella zona sudovest, quella più colpita, portando acqua, cibo e medicine ai bambini e alle famiglie in difficoltà. La Fondazione lavora ad Haiti dal 1987. Si è sempre occupata di progetti in ambito sanitario, sociale e accoglienza a bambini orfani o in disperato bisogno. Alcune statistiche sono drammatiche: da gennaio 2010, anno del terribile terremoto, il 70% della popolazione non ha un lavoro, ogni ora due bambini sotto i cinque anni muoiono per malattie curabili e uno su due non va a scuola. A tutto questo si aggiunge una situazione tragica: nelle prossime settimane il numero delle vittime potrebbe salire a causa della malnutrizione e del colera diffuso in tutta l’area.

L’Ospedale pediatrico NPH Saint Damien, unico ospedale pediatrico dell’isola, è stato costruito su un progetto tecnico italiano nel 2010 e ogni anno assiste 80.000 bambini. Dopo il disastro dell’uragano Matthew è stato rifornito di medicine, liquidi reidratanti, tende, medici e infermieri. “Abbiamo chiesto alle persone di rimanere 24 ore su 24 per garantire assistenza nonostante l’interruzione delle strade. Abbiamo molti casi di pazienti con problemi respiratori, diarrea e colera. Ci aspettiamo un forte afflusso di casi per colera nei prossimi giorni” ha dichiarato la Dott.ssa Gauthier, direttrice dell’Ospedale pediatrico St. Damien.

Rispetto al terremoto del 2010 la situazione è diversa, spiega Padre Rick: “Allora le vittime erano rimaste uccise dai crolli; qui oltre le vittime dell’uragano, saranno molti più alti i numeri di chi morirà per la fame, colera e infezioni nelle prossime settimane. Ci sono famiglie isolate da giorni, che bevono dai cocchi caduti dagli alberi, mangiano le carcasse degli animali. Nel 2010 crollarono strutture, fabbriche a Port au Prince, questa volta è stata distrutta la microeconomia, le piccole realtà produttive di intere regioni. Per questo dopo i soccorsi di questi giorni, ricostruiremo i tetti delle case e delle nostre scuole, aiuteremo a ripiantare alberi e piante, ricostituiremo allevamenti, per l’alimentazione dei bambini e delle loro famiglie”.

L’obiettivo dell’associazione è aiutare 3.000 famiglie e ogni donazione è preziosa per il fondo riparazione dei danni alle strutture NPH. Con cinque euro si può acquistare un kit di reidratazione per il colera per un bambino al Saint Damien. Con un euro in più invece si possono comprare 4 kg di pasta. Serve aiuto per medicinali di primo soccorso, coperte, acqua e viveri.

Si può donare tramite IBAN: Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus IT 39 G 03062 34210 000000760000 causale: Uragano Matthew in Haiti.
Oppure tramite carta di credito: sul sito www.nph-italia.org a chiamando lo 0254122917.

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