“Pagherà le tasse e non è socialmente pericoloso” rassicurava tre giorni fa l’avvocato Ivano Chiesa. Da poche ore i giudici di Milano avevano nuovamente dovuto occuparsi di Fabrizio Corona per sequestrargli 1,7 milioni di euro: soldi in nero, per la procura di Milano, e ottenuti grazie alle sue apparizioni degli ultimi mesi in discoteche e locali notturni. Un’udienza sulla conferma o meno del sequestro è fissata per il 24 gennaio prossimo. Ma oggi per l’ex re dei paparazzi è arrivato anche il provvedimento più temuto, un’ordinanza cautelare firmata dal gip Paolo Guidi, che lo ha fatto ritornare dietro le sbarre. I pm hanno contestato all’ex agente fotografico la “professionalità nel reato”, prevista nell’articolo 105 codice penale.

I soldi, in contanti, erano sono stati trovati dentro un pacchetto nel controsoffitto della persona ritenuta l’amministratore di fatto di una sua società. Con Corona è stata arrestata Francesca Persi, titolare dell’Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni. Entrambi sono accusati, dal pm della Dda di Milano Paolo Storari, di intestazione fittizia di beni e all’ex agente fotografico viene contestata anche l’aggravante di aver commesso il fatto durante l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Sui compensi a favore dell’ex fotografo dei vip, attraverso Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni, infatti, non sarebbe stata pagata l’Iva per le prestazioni. Il difensore chiariva, quindi, che da parte di Corona c’è la “volontà” di sottoporre a tassazione quelle somme “e tale intendimento” è stato già manifestato “all’autorità giudiziaria che dunque ne è perfettamente a conoscenza”. Ma oggi è arrivato l’arresto per mano della Squadra Mobile di Milano.

Intanto è stata fissata per il prossimo 8 novembre l’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano sulla revoca o meno dell’affidamento in prova ai servizi sociali per Corona. Che stando all’ordinanza di custodia cautelare avrebbe un conto in Austria sul quale sarebbe stata depositata una cifra che va dal milione e il milione e mezzo di euro. Secondo il gip la Persi avrebbe portato i soldi cash, frutto dell’attività in nero, in diversi viaggi oltreconfine. Sulla vicenda è stata avviata una rogatoria.

Tra le esigenze cautelari che hanno portato all’ordinanza di custodia in carcere c’è il pericolo di inquinamento probatorio. Corona avrebbe esercitato pressioni in particolare su una delle sue ex collaboratrici affinché non raccontasse agli inquirenti dei presunti pagamenti in nero delle sue serate nelle discoteche e locali della movida sparsi in Italia.

Corona, scarcerato nel giugno 2015 dopo 2 anni e mezzo di detenzione, quasi un anno fa, dopo l’affidamento alla comunità di Don Mazzi, era ritornato a vivere nella sua casa a Milano perché aveva ottenuto l’affidamento in prova “sul territorio”. Nei giorni scorsi, a seguito della decisione del gip sulla continuazione tra i reati, il cumulo pena residuo era stato ricalcolato in 5 anni e 1 mese (sotto i 6 anni che lo avrebbero fatto tornare in carcere), consentendogli, dunque, di proseguire nell’affidamento. Al giudice aveva detto di essere cambiato. E non tornare in carcere. Era naturale che il sequestro dei contanti rischiasse di complicare nuovamente il suo percorso. Lo scorso luglio, tra l’altro, Corona era stato già ‘ammonito’, con tanto di restrizioni nelle prescrizioni (non può uscire dalla Lombardia, ad esempio) per una vacanza a Capri non autorizzata, con tanto di foto hot su uno yacht pubblicate su riviste di gossip.

“Tra un mese sarà il Tribunale di sorveglianza a decidere se confermare la sospensione provvisoria” e dunque stabilire se dovrà resterà in carcere, dove ha già trascorso circa due anni e mezzo. La difesa dell’ex fotografo dei vip sostiene che quelli finiti nel mirino dell’accusa sono guadagni (sui quali non è stata versata l’Iva) ottenuti con apparizioni in locali e discoteche rispetto ai quali Corona è ancora in tempo per versare le imposte dovute: “E il mio assistito ha detto fin dal primo minuto – chiosa Chiesa – che è pronto a pagare le tasse“.

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