“Si tratta di scegliere se voler portare l’Italia nel futuro o lasciarla nel passato”. Parola di Maria Elena Boschi. “È l’occasione per mandare a casa Renzi“. Replica di Matteo Salvini. Il faccia a faccia tra la ministra per le Riforme costituzionali e il leader della Lega Nord, andato in onda su Otto e mezzo, si è risolto senza che nessuno dei due interlocutori cambiasse la propria idea sul referendum del 4 dicembre prossimo. Ma non solo sul tema delle modifiche alla Carta si è consumato lo scontro. “Dico solo un numero: 20. Tanti sono gli italiani – ha affermato Salvini – che sono stati rimborsati sulle migliaia di truffati e rovinati da Banca Etruria di cui il papà del ministro e stato vicepresidente”. Immediata la risposta della Boschi: “Il referendum non è su mio padre ma sul futuro di questo Paese. Salvini pensi piuttosto ai cittadini truffati dalla Banca della Lega che non hanno avuto una lira di rimborso”. Quanto poi alle vicende giudiziarie che riguardano Pier Luigi Boschi, la ministra ha precisato: “Mio padre sta pagando le sanzioni perché in questo paese la legge è uguale per tutti”.

Chiusa la parentesi bancaria, lo scontro è tornato a concentrarsi sulla battaglia referendaria. “Votare No servirà a mandare via la signorina Boschi“, ha detto il leader leghista. “Al giovanotto Salvini – ha ribattuto la ministra – vorrei chiedere se vuole ridurre il numero dei parlamentari e i costi della politica oppure no, se vuole abolire il Cnel oppure no, se vuole velocizzare la burocrazia in questo Paese oppure no”. In caso di mancata vittoria del Sì, ha sintetizzato la Boschi, tutto rimarrebbe come è ora. “Non vogliamo spaccare l’Italia”, ha garantito la ministra, precisando che “questo è un referendum che porta al cambiamento“. Per Salvini, però, “se vince il no, seriamente si può mettere mano a una riforma con l’elezione diretta del capo del governo e con il federalismo. La Costituzione si cambia, ma in meglio e non in peggio”. Ma a giudizio della Boschi, il 4 dicembre è un’occasione irripetibile: “Salvini dice che bocciato il referendum, si fa un’altra riforma. Ricominciare daccapo? Vorrei sapere – ha affermato l’esponente del Pd – con quali partiti approva una riforma per l’elezione diretta del premier. E in quali tempi. Io ci ho messo due anni per approvarla, perché questi sono i tempi che detta la Costituzione”. Insomma: “Dire ai cittadini di votare No – ha proseguito la Boschi – con la falsa promessa che tra 6 mesi si avrà una nuova riforma è una bugia”. Ma Salvini non è stato persuaso, e ha rilanciato: “Io mi fido più di quel che dice Onida che di quello che dice Benigni. Questa riforma è fatta male e votando No posso mandare a casa Renzi, io approfitto. Che posso volere di più?”. Porre fine a questo governo, colpevole tra l’altro di “aver fatto entrare 480mila immigrati”, è per Salvini una priorità.

Mantenutosi aspro per tutto il tempo della trasmissione, il dibattito ha conosciuto un momento di distensione solo nel corso di un fuori onda finale, quando il discorso è virato inaspettatamente sul calcio. “Eravamo d’accordo che avremmo parlato di referendum”, ha detto Lilli Gruber rimproverando Salvini. Il quale ha replicato: “Lo so, ma avere davanti la Boschi non capita tutti i giorni, ho abusato del ministro. Però – ha aggiunto – possiamo andare a vedere insieme Milan-Fiorentina”. E la Boschi, scherzando, ha infine accettato l’invito per assistere alla partita dagli spalti dello stadio San Siro di Milano: “Volentieri”, ha detto, prima di lasciare lo studio.

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