Una figuraccia lunga un’ora, con zero tiri in porta, il 28% di possesso palla e un atteggiamento da provinciale al cospetto di una Spagna ben lontana dai suoi anni d’oro. Ma un punto preziosissimo per la corsa ai Mondiali di Russia 2018 e la crescita faticosa della nuova nazionale di Giampiero Ventura. L’Italia può sorridere per l’1-1 di Torino contro le Furie Rosse, firmato da un rigore di De Rossi nel finale dopo il vantaggio di Vitolo. Per il risultato, arrivato dopo una clamorosa papera di Buffon che sembrava aver compromesso irrimediabilmente una partita nata male e proseguita peggio. Per la classifica, con tutte le chance di qualificazione ancora intatte. E magari anche per il futuro, vista l’ottima prestazione di Immobile e Belotti, il cui ingresso è stato decisivo e può rappresentare un momento di svolta per tutto il nuovo ciclo di Ventura.

In avvio, infatti, il ct si era affidato ancora allo zoccolo duro della vecchia Italia di Conte. L’esordio di Romagnoli per sostituire lo squalificato Chiellini è l’unica novità di una formazione che guarda più al passato che al futuro. E forse non a caso il difensore rossonero alla fine sarà anche uno dei migliori. In mezzo, invece, ancora l’esperienza di De Rossi, preferito alla classe di Verratti (il migliore nella vittoria in Israele, anche se non in perfette condizioni fisiche ); e a sorpresa Montolivo e non Bonaventura (prima che un infortunio non obblighi al cambio fra i due). Mentre davanti la coppia collaudata Eder-Pellè, che fino a quando resta in campo non si avvicina neanche alla porta di De Gea.

Non è questione di uomini, però. E neppure di modulo, il solito 3-5-2 fin troppo abbottonato che si trasforma in una difesa a cinque a tutti gli effetti. Come già contro la Francia nel debutto a Bari, l’impressione è che manchi un po’ di quell’intensità di Euro 2016 per sopperire al gap tecnico con le altre big e stare dietro ai fraseggi nello stretto degli iberici. Negli ottavi di finale di Euro 2016 erano stati solo uno sterile esercizio stilistico, a Torino diventano un rompicapo irrisolvibile per tutto l’undici azzurro, che corre a perdifiato dietro il pallone. Ventura predica possesso palla, che si vede però solo nella prima impostazione dopo il rinvio del portiere, e in maniera estremamente difficoltosa. L’Italia sarà pure padrone di casa allo Juventus Stadium, ma la Spagna è padrona del campo.

Pur senza occasioni evidenti, il vantaggio a metà ripresa è la conseguenza più logica di quanto visto sul terreno di gioco. Anche se arriva in maniera del tutto imprevedibile, con uno svarione clamoroso di Buffon che in uscita fuori area cicca il pallone e concede la più facile delle occasioni a Vitolo. Paradossalmente la nazionale si scuote proprio dopo esser stata tradita dal suo uomo più rappresentativo. Anche perché Ventura inserisce Immobile e Belotti, che portano freschezza ed energia ad una squadra fin lì anestetizzata. Per il pareggio ci vuole un altro errore individuale, stavolta di Sergio Ramos che stende ingenuamente in area Eder, bravo a guizzare su una palla vagante, e regala a De Rossi il rigore dell’1-1. A quel punto l’inerzia del match e ribaltata e l’Italia potrebbe addirittura vincere negli ultimi cinque minuti di assedio, con gli avversari ormai in bambola. Belotti segna anche il 2-1, ma in fuorigioco. Per stasera va bene lo stesso: la sensazione è quella di un passaggio di consegne ormai avvenuto là davanti. Il gol decisivo magari arriverà già domenica in Macedonia, quando forse la nuova era dei giovani di Ventura inizierà per davvero. Intanto l’Italia è ancora a pari merito in classifica con la Spagna. Attenzione, però: dietro l’Albania, che al momento guida il Gruppo G con due vittorie in due partite.

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