Musica

Enzo Avitabile torna con “Lotto infinito”: inno alla vita da un punto della Terra

Questo nuovo lavoro arriva quattro anni dopo l'ultimo“Black tarantella” e la colonna sonora del film “Indivisibili”, in cui si cimenta con artisti come Giorgia, De Gregori, Renato Zero, Caparezza e una voce narrante d'eccezione, Lello Arena

di Alessia Grossi

Più che un’intervista, Enzo Avitabile preferirebbe avere un dialogo aperto e che dall’altra parte – al bisogno – si mettesse anche in dubbio ciò che dice. Un duetto. Come quelli del suo nuovo disco: “Lotto infinito”, che arriva quattro anni dopo l’ultimo“Black tarantella” e la colonna sonora del film “Indivisibili”, in cui si cimenta con artisti come Giorgia, De Gregori, Renato Zero, Caparezza e una voce narrante d’eccezione, Lello Arena: “Incontri cercati, voluti e attesi, non casuali”

Iniziando dal titolo: “Lotto infinito” da cosa viene?
Lotto è una parte di qualcosa, in questo caso di case popolari. Viene proprio da “Lotto Zero”, di Ponticelli a Napoli. Ma soprattutto nasce da uno striscione appeso ad una ringhiera di quelle case che mi era piaciuto molto perché con il simbolo di infinito accanto alla parola lotto è come se si andasse da “Zero” a qualcosa di più grande. Da un frammento di realtà, da un punto, al mondo intero. Come una goccia d’acqua porta all’Oceano e viene dall’Oceano.

Un altro punto è “Napoli Nord” titolo di un’altra canzone dell’album.
Napoli Nord è la periferia, non soltanto dal punto di vista territoriale, ma da quello esistenziale. Sia Lotto Zero che Napoli Nord sono una condizione generale: posti dove si vive una condizione storica: fuori dal mondo, fuori dalla vita. Di questi posti se ne trovano in tutto il mondo. Anche a Milano ho visto posti così. Se viaggi un po’ ti accorgi che questa condizine è ovunque.

A proposito di Oceano e di gocce nel mare, nella canzone con De Gregori, “Attraverso l’acqua” parli del viaggio di chi cerca salvezza attraverso il mare.
Questa canzone è nata a Lampedusa, in occasione della presentazione del film di Jonathan Denne sulla mia vita: “Enzo Avitabile music life”, poi da lì si è allargata. Lampedusa è diventata il simbolo della terra di mezzo, della speranza, del cammino per la salvezza. Perché se l’acqua è fonte di vita, è anche un elemento da attraversare, un travaglio. Ma la canzone è anche un incitamento ad aprirsi, ad aprire le porte, e soprattutto il cuore, perché ogni essere umano è un’isola nel mare.

Il cambiamento è un altro tema del disco, che viene fuori soprattutto da: “Amm’ a Amm” che canta con Caparezza in cui si parla anche di ispirazione. La sua qual è stata?
Con questo disco ho voluto creare emozioni che portassero alla riflessione su temi importanti attraverso l’unione della musica con le parole. Sono convinto che temi come la giustizia sociale, l’uguaglianza, la solidarietà per non cadere nella retorica abbiano bisogno della musica, del ritmo. A queste canzoni segue l’azione. E all’azione il cambiamento. L’album nasce da questa idea: come dalla preghiera nasce l’azione, dalla musica nasce il cambiamento. Per questo è un atto rivoluzionario: non finto, ma un vero e proprio atto di presa di coscienza.

Duetta con tutto il mondo: da Giorgia a De Gregori passando per Hindi Zahra, giovane cantante marocchina naturalizzata francese. Come nascono questi incontri?
Molti delle canzoni dell’album sono duetti, come quello con Francesco o quello con Hindi Zahra. Con Giorgia invece è diverso. Lei con la grande espressività della sua voce fa risaltare il significato del De profundis. Come se cantasse da Scampia. Più che un duetto è un dialogo: lei da un piccolo punto canta all’universo. “Dal profondo sto gridando a te”. Per me che sono credente è Dio, è Dio; ma in generale è l’uomo che canta all’universo.

Come ha scelto questi artisti?
Ho aspettato per cantare con ognuno di loro. Ci sono stati momenti di riflessione, di attesa. Ma sono tutti incontri che volevo e ho atteso, nessuno di loro è capitato per caso.

Questo album arriva dopo quattro anni da Black Tarantella e tre di lavoro. Il mondo come è cambiato da allora?
Qualcuno vede il mondo alla fine del mondo. Invece attraverso la musica e il mio lavoro ho visto una parte di mondo che per quanto si muova in modo manieristico, magari vivendo su Facebook o guardando i talent show, continua a leggere e a comprare dischi. Nel tour con Black tarantella ho visto un mondo evoluto. Restano la crisi economica che porta anche a quella dei valori, ma la parte spirituale non si esaurisce. Il bene continua ad esistere: non potrebbe essere altrimenti: se ti svegli ogni mattina, ringrazi per essere in vita e se lo fai devi andare avanti.
Nessuno vuole essere povero, o emarginato. Nessuno si emargina da solo, ma qualcuno lo mantiene povero o emarginato. Non c’è nessuno che non voglia vivere. Questo disco è un inno alla vita da un punto qualsiasi della Terra.

 

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