Se n’è andato dall’Italia per amore, alla ricerca di un futuro migliore, esportando nel cuore dell’Europa la specialità di famiglia. Da sette anni Ivan Danesi, classe 1971, non vive più a Giulianova, in provincia di Teramo: si è trasferito a Barcellona, dove ha costruito un piccolo impero a base di specialità abruzzesi. E in poco tempo è diventato l’unico produttore di porchetta nella città di Gaudì: ha aperto tre locali e due furgoncini per la vendita itinerante e un marchio, “la porchetta di Ivan Danesi”. Regolarmente registrato.

“Quest’anno il mio giro d’affari ha superato il milione di euro”, spiega. Prima di trapiantarsi in Catalogna già vendeva porchetta insieme a suo padre, tra Pescara e Teramo. Ha gestito anche un bar in centro nella sua Giulianova. Poi la decisione di andarsene via. A tempo indeterminato. Un biglietto di sola andata per Barcellona: “Inizialmente io e mia moglie l’abbiamo scelta perché all’avanguardia come centro di fecondazione assistita. Poi la città ci ha stregati. Certo, nessuno ci ha regalato nulla, ma qui ce l’abbiamo fatta”.

“Nessuno ci ha regalato nulla. Ma qui ce l’abbiamo fatta”

E quello che altrove non sembrava facile, lì è diventato realizzabile. “Fin dai miei primi spostamenti ho capito che a Barcellona mancavano produttori in loco di porchetta, che è ben altra cosa da quella di importazione. Le qualità organolettiche sono molto diverse. La porchetta a cui erano abituati non era quella vera – racconta Ivan -. Ho cominciato così a testare il mercato con piccoli quantitativi, vendendola qua e là e poi aprendo il mio primo take-away. Ed è andata benissimo”.

In seguito Ivan, che vende al dettaglio e all’ingrosso, ha inaugurato altri due locali di successo: La Vespa Burger Bar e La Porchetta Burger Bar. Per gustare i suoi piatti c’è la fila, il suo street-food abruzzese-laziale e il pienone è la regola. Niente male per una metropoli dove la competizione, tra ristoranti e tapas bar, è molto alta. Oltre agli spagnoli, anche i concittadini di Ivan, di passaggio sulle Ramblas, apprezzano. E se Ivan non è al banco, è impegnato nella promozione tra fiere e mercatini a bordo dell’Ape Porchetta, la sua food truck.

“Per riuscire negli affari occorre un surplus di energia personale. E tanta pazienza, forza di volontà”

Fosse rimasto in Abruzzo, o al massimo ad Ariccia, sarebbe stato – forse – uno tra i tanti. Perché in Italia “ci sono centinaia di produttori di porchetta, soprattutto nel centro”. Per lui Barcellona “è una città stupenda, di una gioia contagiosa. Ma per riuscire negli affari occorre un surplus di energia personale. E tanta pazienza, forza di volontà. Il successo, se arriva, ci mette anni”. E sugli italiani all’estero dice: “Sono sempre di più quelli che se ne vanno. Fanno bene, facciamo bene – aggiunge -, ma per concludere qualcosa di buono bisogna porsi obiettivi concreti, rifuggire le insidie della bella vita ed evitare di contare sul welfare. Lo vedo quotidianamente coi miei occhi: ci sono anche italiani che vengono a Barcellona solo perché calamitati dalla sua fama mondana e godereccia. Atterrano qui senza spirito di sacrificio, senza nessuna voglia di rimboccarsi le maniche. Ma così facendo qui hanno vita breve”.

In Italia Ivan torna raramente: “Qualche volta in vacanza, ma il mio lavoro e la mia famiglia sono qui”. Rimpatriare in pianta stabile resta un’ipotesi remota. “Ringrazio mille volte il giorno in cui ho deciso di andarmene da un Paese che non ha più nulla del suo glorioso passato. E dove il presente e il futuro non sono particolarmente attraenti”.

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