Un film rivelazione dell’anno in Italia, l’altro supereroe Marvel dalla lunga gestazione. Cos’hanno in comune Lo chiamavano Jeeg Robot e Deadpool? Usciti entrambi a febbraio a distanza di una settimana hanno portato al cinema due nuovi eroi borderline, bulli e dal linguaggio colorito, ma con il cuore dalla parte giusta.

Dell’esordio esplosivo di Gabriele Mainetti con i suoi eroi borgatari si è detto tutto o quasi. Però è dai muscolosi extra della versione homevideo che sbuca quel dietro le quinte così spesso raccontato a voce dagli stessi protagonisti durante le presentazioni al pubblico che a primavera hanno rinverdito le sale e il cinema italiano con il tour. Viaggio sincero e scanzonato tra le curiosità degli spettatori che oggi appare come un Risiko di eventi e proiezioni sullo Stivale. Il Backstage nel disco è composto dai vari momenti di lavoro sul set dove abbiamo attori in camerino o a provare i corpo a corpo, il direttore della fotografia Michele D’Attanasio preso a parlarci dei suoi cromatismi di luci calde e fredde, passando per le testimonianze di stunt e maestri d’armi. Già quest’ora di materiale extra forma un documento prezioso per capire meglio intenzioni e ispirazioni di Mainetti e soci, ma ci sono anche diverse Scene tagliate più i Ciak impaperati, forse i momenti più comici dietro scene già cult. Gli Storyboard invece sono il capitolo tecnico, dove l’intero finale scorre parallelamente alle tavole disegnate da Marco Valerio Gallo.

La vera chicca la troverete però alla voce Provini. Un petto a petto tra regista e attore, battute di prima memoria recitate tra ufficio casting e casa Mainetti. Duettano Ilenia Pastorelli e Claudio Santamaria, mentre Luca Marinelli getta le basi del suo Zingaro imbeccato dall’autore. Se questo contenuto mostra l’officina attoriale dietro il film, solo nella versione Blu-Ray il ruolo del cadeau lo gioca Tiger Boy, il corto firmato Mainetti selezionato tra i 10 finalisti agli Oscar 2014. Un esempio di cinema breve incentrato su un bambino chiuso al mondo in una maschera da lottatore di catch.

Se l’ex-manga Jeeg Robot ha superato i 5 milioni di euro al boxoffice facendo brillare gli occhi al distributore Lucky Red quanto a pubblico e critica, Deadpool si è piazzato sui 782 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. Incomparabili direte. Ma se si considera che il primo è costato 1,7 milioni viaggiando per ora nelle sole sale italiane (verrà distribuito anche in Francia e Usa) e il secondo 58 milioni, che per un cinecomic (ebbene sì) sono pochi ma ottenendo qualità dei prodotti finali davvero alta, i due film si pongono come fenomeni proporzionati ai loro mercati d’appartenenza. Jeeg italiano, Deadpool globale. Effetti speciali plasmati intorno alle storie, action e ironie metropolitane più i grattacieli dello sfacciato eroe in rosso e la periferia romana di Tor Bella Monaca intorno al burbero Enzo/Hiroshi come marchi di fabbrica sono apostrofi rosa tra i film e il pubblico.

Ryan Reynolds veste i panni di un letale cacciatore di taglie dall’insulto fantasioso. Un tumore allo stadio terminale lo coglie all’inizio della sua lovestory, ma un laboratorio di pazzoidi e cattivoni lo guarirà mutandone mostruosamente l’aspetto, e ahiloro, forza e resistenza. Così ha inizio la sua corsa alla vendetta. Primo supereroe Marvel a parlare al pubblico, oltre all’essere vietato ai minori in patria, Deadpool incarna il personaggio pop politicamente scorretto per antonomasia.

La versione homevideo trabocca di extra. Tra Le scene tagliate ed estese quella ambientata in Messico alla ricerca di un guaritore è degna di nota perché avrebbe dato al film un mood completamente diverso, più scuro e drammatico rispetto all’azione ubriacante imperlata di parolacce creative come poche altre pellicole. Le parti più interessanti riguardano il regista Tim Miller, tecnico degli effetti speciali al suo esordio dietro la macchina da presa ma con idee rivoluzionarie nell’ottimizzazione del lavoro sul set. È grazie a lui e al suo staff che quei 58 milioni spesi sembrano più del doppio, stando ai risultati. Per chi è curioso di effetti visivi, costruzioni di scene, inseguimenti, sparatorie e combattimenti, la visione delle diverse ore di contenuti sarà una pacchia. Per chi non proprio ama questo genere potrebbe essere invece un’occasione per conoscere da dietro il sipario l’industria hollywoodiana.

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