Dopo Tulsa e Charlotte, San Diego. Un uomo afroamericano di circa 30 anni, Alfred Orlango, è morto in ospedale dopo essere stato ferito da diversi colpi d’arma da fuoco esplosi da agenti della polizia di El Cajon, un sobborgo della città californiana. Gli agenti si sono giustificati dicendo che, di fronte all’ordine di fermarsi, l’uomo avrebbe “estratto un oggetto dalle tasca, tenendolo poi con entrambi le mani”. Credendo che si trattasse di una pistola, hanno aperto il fuoco. Il capo della polizia di El Cajon, Jeff Davis, non ha voluto dire quale fosse l’oggetto che l’uomo ha estratto dalla sua tasca e puntato contro gli agenti, ma ha ammesso che non si trattava di un’arma. Subito dopo la sparatoria circa duecento persone, inclusi i leader della comunità e di alcune chiese locali, hanno protestato in strada per diverse ore accusando la polizia di razzismo.

Contraddittorie, per ora, le ricostruzioni dell’accaduto. Alcuni testimoni dichiarano di aver visto l’afroamericano, senza maglietta, con le mani in alto, poco prima che venisse colpito dai proiettili degli uomini in divisa. Un passante, in particolare, Michael May Rodriguez, ha riferito di aver sentito cinque spari, tutti esplosi dagli agenti. La polizia tuttavia non conferma queste testimonianze, e anzi ha diffuso un fermo immagine tratto da un video ripreso da un altro testimone oculare in cui si vede l’uomo “in posizione di tiro” mentre gli agenti si avvicinano con le pistole spianate. “L’inchiesta sull’accaduto – scrive la polizia su Twitter – è appena iniziata, ma sulla base del video volontariamente consegnato da un testimone appare che l’uomo non aveva le mani in alto”. Un agente avrebbe dapprima usato la sua pistola taser, tentando di immobilizzare l’uomo, mentre un altro la pistola vera e propria.

 

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